Radicali e 5 Stelle decisivi in Basilicata?

martedì 12 novembre 2013


In Basilicata si sperimenterà un nuovo assetto politico. I Radicali con la lista “La Rosa nel Pugno” e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo saranno decisivi per il governo di una Regione retta da oltre vent’anni dal centrosinistra. Secondo le ultime indicazioni sulle intenzioni di voto (anche se al Sud sono poco credibili), i due partiti-movimenti dovrebbero superare complessivamente il 30-35% dei circa 480mila aventi diritto. Stando ai risultati delle elezioni politiche di Camera e Senato di febbraio, i lucani che si sono recati alle urne sono stati circa 280mila, pari quindi al 69,2%, una partecipazione ben lontana rispetto a quella di cinque anni fa quando raggiunse il 75,7 per cento (cifra che arrivava ad oltre l’85% ai tempi della Democrazia Cristiana).

Cosa fa pensare che i Radicali, sotto la spinta di Elisabetta Zamparutti e i pentastellati con la leadership contestata del 44enne Piernicola Pedicini possano creare uno sconvolgimento dei tradizionali assetti politici della Basilicata? Si parte dalla perdita di consensi del centrosinistra in genere e del Pd in particolare. Nelle ultime elezioni il partito di Bersani perse il 13 per cento dei suffragi, pur riuscendo a prendere 3 senatori. Poi è arrivato lo sconquasso delle inchieste giudiziarie con l’arresto ai domiciliari di due assessori a causa dei rimborsi facili in Regione che hanno indotto il governatore Filippo De Vito. In terzo luogo, le crescenti difficoltà sociali alle quali il centrosinistra non ha saputo dare risposte concrete. Chi potrebbe beneficiare della reazione degli insoddisfatti? Certamente il Movimento 5 Stelle, che già alle elezioni politiche aveva ottenuto il 22,9% e il 24, 3% al Senato e alla Camera, portando a Palazzo Madama Vito Petrocelli.

La grana Giuseppe Di Bello, vincitore delle primarie on-line ma escluso da Grillo per irregolarità formali, potrebbe rallentare la corsa del M5S. Però la lista di Di Bello “Liberiamo la Basilicata” si è alleata con Sel che era prima con il centrosinistra, e sembra quindi aver perso attrazione. Nel tentativo di non perdere le simpatie acquisite, Grillo ha deciso una spedizione in massa di ben 25 parlamentari che si sono abbattuti come uno tsunami su tutti i centri della Regione a spiegare i motivi per cui non è più il caso di votare per il centrosinistra guidato da Marcello Pittella (fratello di Gianni che è candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico).

Gli insoddisfatti non voteranno certamente la coalizione di centrodestra, che alla vigilia poteva avere una buona sorte viste le difficoltà giudiziarie del centrosinistra. Il candidato a governatore è il senatore montiano Tito Di Maggio, subentrato a febbraio a Casini che aveva optato per un altro collegio. Faticosamente Scelta Civica, Udc, Pdl, Mir e “Laboratorio Basilicata” avevano trovato un’intesa che li presentasse uniti e compatti , dopo tanti anni di divisioni, davanti all’elettorato di centrodestra. Il patatrac è avvenuto quando il senatore Di Maggio si è pronunciato per la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, che verrà votata il 27 novembre. Dieci giorni prima il Popolo della Libertà lucano non farà sconti ad uno dei senatori che vogliono abbattere il loro leader.

I radicali possono, quindi, approfittare di questa situazione e proporre argomenti validi sul piano politico, ambientale e sociale per ottenere un buon risultato elettorale. Il loro obiettivo è quello di conquistare almeno un posto da consigliere regionale, che diverrebbe il garante della trasparenza. Marco Pannella è stato molto attivo in questa campagna elettorale e in lista con Elisabetta Zamparutti è stata inserita anche Emma Bonino per dare più credibilità all’impegno dei Radicali.


di Sergio Menicucci