Negazionismo, applichiamo la legge

giovedì 17 ottobre 2013


La commissione Giustizia del Senato ha approvato l’emendamento che riforma l’articolo 414 del Codice penale e rende reato il negazionismo di crimini contro l’umanità e di genocidio. La formulazione del comma 4 dell’articolo 414 del codice penale è modificata con questo testo: “Fuori dei casi di cui all’articolo 302 (istigazione a delinquere, ndr), se l’istigazione o l’apologia di cui ai commi precedenti riguarda delitti di terrorismo, crimini di genocidio, crimini contro l’umanità o crimini di guerra, la pena è aumentata della metà.

La stessa pena si applica a chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l'umanità”. La pena prevista per il negazionismo è la reclusione fino a cinque anni. In caso di apologia e istigazione a delinquere negli stessi casi si prevede un’aggravante che la porta fino a sette anni e mezzo. Primo firmatario Casson (Pd), lo hanno sottoscritto Caliendo (Pdl), D’Ascola (Pdl), Giarrusso (M5S), Cappelletti (M5S), Barani (Gal), Cirinnà (Pd), Lumia (Pd), De Cristofaro (Sel) e Albertini (Sc).

Questa riforma, se applicata in modo coerente nell’Italia di oggi, produrrebbe risultati quantomeno “interessanti”. Finirà in galera chi negherà o ridimensionerà i crimini del nazismo, anche solo nelle conversazioni su Facebook? Il riferimento al social network non è casuale, perché chi scrive, nei giorni in cui si doveva decidere sulla sepoltura di Priebke, ha visto passare di tutto sulla sua bacheca.

Ha visto definire “un obbrobrio giuridico” il Processo di Norimberga, che giudicò i crimini dei nazisti. Ha visto definire Priebke un “soldato leale” che “obbediva agli ordini”. E tutto ciò non è stato scritto da naziskin, ma da persone normali che votano Pdl (partito firmatario dell’emendamento). Sono “apologie” punibili col carcere? O libertà di espressione? Il Movimento 5 Stelle, che ha firmato l’emendamento, ha almeno un esponente che definisce l’11 settembre un “lavoro interno”, un auto-attentato pianificato dalla Cia.

La “pena si applica a chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l'umanità”: in questo caso viene negata l’esistenza di un crimine commesso da Al Qaeda, attribuendolo ad un complotto in base ad un ragionamento totalmente sprovvisto di prove, ma pieno di “deduzioni” e “ipotesi”, esattamente lo stesso metodo seguito dai negazionisti dell’Olocausto nazista.

Secondo un sondaggio di tre anni fa, circa un quarto degli italiani crede alla teoria del complotto sull’11 settembre, definita propriamente, da più di un giornalista, come “negazionismo in tempo reale”. Arrestiamo un quarto degli italiani? Più di un esponente del Pd e di Sel ha platealmente elogiato, o quantomeno giustificato, l’azione dei terroristi suicidi palestinesi contro Israele. Hamas e Hezbollah agiscono secondo una logica dichiaratamente genocida.

Vogliono uccidere quanti più ebrei possono, esattamente come i nazisti a suo tempo. Andiamo a riprendere le frasi pronunciate da tutti i deputati a favore di questa forma di terrorismo, i giustificazionismi, i distinguo fra “ali politiche” e “ali militari” dei movimenti terroristi? Quanta gente dovrebbe finire in carcere, secondo la nuova legge? Sia il Pd che Sel sono partiti direttamente discendenti dal Pci di Togliatti, fedelissimo di Stalin.

I crimini del dittatore sovietico ammontano a circa 20 milioni di morti in appena un trentennio. I crimini dei regimi comunisti, nelle loro tre varianti principali (stalinisti, titoisti, maoisti) ammontano a circa 100 milioni di morti. Tuttora, però, citare questa cifra è un tabù, proprio da coloro che votano e militano nei partiti della sinistra post-comunista. Parlare dei gulag è tuttora considerato come un “pregiudizio” anti-comunista, da “caccia alle streghe”.

Ma quei crimini sono documentati dagli stessi regimi che li hanno commessi. Sono documentati anche i crimini commessi dai partigiani stalinisti in Italia, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma chi ne parla (da ultimo, Giampaolo Pansa) subisce la gogna intellettuale. Sbattiamo in galera tutti i negazionisti dei crimini del comunismo? Questa riforma del codice penale lo renderebbe possibile. Sappiamo, dunque, che ora esiste una legge contro il negazionismo.

E che non verrà mai realmente applicata. Al massimo finirà dentro qualche storico filo-nazista, qualche naziskin, qualche esponente di partiti di estrema destra. Per loro non ci sarà pietà. Ma per tutti gli altri negazionismi, possiamo starne certi, non vi sarà giustizia alcuna. Sarà punito severamente chi negherà l’Olocausto di 70 anni fa, ma chi tiferà per i movimenti terroristi che vogliono ripetere l’Olocausto oggi potrà continuare a far carriera. “Ipocrisia” è il termine che balza in mente per definire questa nuova norma. Ma non basta.

L’Italia ha un problema serio: troppi partiti e movimenti che si richiamano a ideologie totalitarie e anti-democratiche. Troppi libri di storia che hanno dato un’idea distorta, ideologica, del nostro passato recente, caricando sul nazismo tutte le colpe del ‘900 e nascondendo completamente i dolori subiti da chi era sottomesso al comunismo, in un terzo del nostro pianeta, per più di mezzo secolo.

Troppe apologie e giustificazioni per movimenti terroristi e genocidi che combattono contro Israele e gli Stati Uniti. In questo brodo culturale è letteralmente impossibile parlare di “negazionismo”. In questo contesto, una nuova legge è perfettamente inutile perché inapplicabile. Serve, piuttosto, una nuova educazione, che serva almeno per le prossime generazioni, lontana dalle distorsioni ideologiche e politiche. Servono libri di storia che ammettano e riportino tutti i crimini del ‘900, non solo quelli commessi a destra. Serve una chiara comprensione del totalitarismo, lo Stato assoluto portato alle sue estreme conseguenze, assassino di decine di milioni di persone.


di Stefano Magni