Maurizio Crozza: dal canone al cannone

mercoledì 16 ottobre 2013


L’antica ballata siciliana descriveva una crozza che sopra un cannone raccontava la sua lacrimevole storia. Più prosaicamente, fino al primo pomeriggio di ieri, parafrasando la ballata, il comico Maurizio Crozza era felicemente appoggiato sul canone Rai. Un contratto di 25 milioni e 517mila euro senza l’impiego di alcuna produzione interna all’azienda radiotelevisiva pubblica, per quattro anni che avrebbe visto Crozza condurre un proprio programma su Rai1 nei i prossimi tre anni.

 Da ieri, dopo la cannonata sparata dal presidente dei deputati del Pdl Renato Brunetta, autore di un’interrogazione al presidente della Vigilanza Roberto Fico, però, l’accordo sul supercachet è saltato. Senza addentrarsi nel ginepraio delle cifre e dei conti riferibili alle società esterne che graverebbero ulteriormente sul leviatano di viale Mazzini, c’è da chiedersi se la direzione Rai non sia stata colta dal dubbio che nel momento in cui il governo impone nuovi sacrifici varando nuove tasse agli italiani l’Azienda di servizio pubblico italiano sarebbe stata investita da una bufera di proteste a causa di una retribuzione che avrebbe assicurato al comico 5 milioni annui. Evidentemente sì.

Chissà se lo stesso dubbio coglierà il direttore generale Gubitosi in seguito all’offensiva che Beppe Grillo ha lanciato sulla scia sempre di un’altra cannonata che domenica scorsa Brunetta ha sferrato a “Che tempo che fa” contro Fabio Fazio per le cifre previste nel contratto che accorda all’autore e conduttore della trasmissione su Rai3 un compenso di 5,4 milioni di euro rispetto ai sei milioni che scadono il prossimo giugno. Un ridimensionamento, insomma, quasi ridicolo, quello con cui Fazio ha cercato di blindarsi e a cui ha vincolato la conduzione di San Remo.

Tanto sfrontato quanto l’improntitudine con cui lo stesso Fazio, rifiutandosi di rendere noto il suo compenso, si è appellato, nel faccia a faccia di sabato scorso con Brunetta, a un obbligo di riservatezza preso con la Rai che le associazioni dei consumatori si sono affrettate a smentire e dichiarare contrario alla legge. Anche sulle più spinose e delicate questioni, in Italia, però, non ci facciamo mai mancare siparietti di sorta e slittamenti in farsa.

E su quel pepato scambio di battute tra un Beppe Grillo che minaccia o promette a Fazio che “Verremo a cantare a Sanremo” e la replica di Fazio: “Se porti due pezzi validi, ma devono essere due, ti facciamo cantare”, l’artigliere Brunetta ricarica la spingarda, felice che Grillo condivida le sue battaglie. L’ultima battuta potrebbero averla gli italiani quando, chiamati a ripagare il canone, potrebbero optare per caricare il cannone della rivolta fiscale. Crozza o non Crozza.


di Barbara Alessandrini