sabato 14 settembre 2013
I rischi dell'instabilità politica dell'Italia proccupano i vertici dell'Eurogruppo, riunito a Vilnius per la consueta riunione informale di settembre. "La cosa più importante per il paese adesso è la stabilità politica", ha sottolineato Jeroen Dijsselbloem, presidente dell'assise formata dai ministri delle Finanze della zona euro, prima di partecipare ai lavori. Stessa linea per il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn: "In Italia -sostiene Rehn- ci sono turbolenze politiche, ma siamo consapevoli del fatto che di recente il governo abbia preso chiari impegni che sta mandando avanti".
Ma, ha comunque ammonito il Commissario Ue Affari economici, "adesso è importante che il paese eviti l'instabilità politica e si concentri sulle riforme economiche perchè è quello che serve". Gli ultimi dati sulla crescita "non sono buoni", ha avvertito il commissario, ricordando che, secondo Eurostat, nel secondo trimestre dell'anno il pil sarà ancora negativo a -0,2%, contro la zona euro a +0,3%.Ma il dito è puntato anche contro il Portogallo, alle prese con un piano di salvataggio Ue da 78 mld di euro. Rispettare gli impegni concordati, dunque, "aiuterà il paese ad uscire dal programma di austerity al più presto possibile", ha detto Dijsselbloem.
"Credo sia importate - ha aggiunto all'ingresso dell'Eurogruppo - concentrarsi su quanto concordato, inclusi gli obiettivi di deficit" perché "non credo sia un buon segnale mettere in discussione questi target". Lunedì è attesa una nuova revisione dei progessi di Lisbona nell'attuazione delle richieste della troika Ue-Bce-Fmi. Non mancano poi timori per la situazione in Grecia. "Sarà al centro delle discussioni" ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Ma Dijsselbloem ha smentito. "Della Grecia ne parleremo ad ottobre" ha tagliato corto. Nei giorni scorsi comunque il presidente dell'Eurogruppo aveva ammesso che ad Atene potrebbero servire nuovi aiuti.
Il nuovo programma dovrebbe ammontare a 10 mld di euro. I ministri delle Finanze Ue nella due giorni di riunione a Vilnius faranno poi il punto sull'andamento della crescita. La zona euro con un pil a +0,3% nel secondo trimestre dell'anno è tecnicamente fuori dalla recessione tuttavia Rehn insiste per varare misure e attuare le necessarie riforme per mantenere la ripresa ed evitare ricadute. Al centro dei lavori anche l'unione bancaria, dopo la sollecitazione ieri del presidente della Bce Mario Draghi a fare presto.
di Pasquale Amitrano