martedì 16 luglio 2013
Si occupano (praticamente tutti) solo di lui. Il Cavaliere è oggi più che mai al centro delle attenzioni degli avversari (politici e non) che ne fanno il loro "obiettivo di riferimento": atteggiamento che, in modo lampante, dimostra che da certe parti si preferisce scegliere di tentare l'eliminazione dell'avversario anziché competere con lui e, magari, sconfiggerlo tramite il voto popolare. Invece niente di tutto questo. Si attaccano a tutto - forse perchè consapevoli che gli strumenti di democrazia diretta non li aiutano a vincere - pur di far fuori (in tutti i sensi) il loro avversario. Ascoltate qualche dichiarazioni di Vendola e con chi se la prende? Con Silvio Berlusconi, a prescindere. Dal Pd emerge, invece, uno scenario sfaccettato, a macchie quasi come il pelo del famigerato ghepardo.
Dalle parti del partito del segretario "pro tempore" Epifani, anziché decidersi (sarebbe anche ora) di far capire al Paese programmi ed assetto del partito, si ostinano ad "arrivare primi e perdere" le elezioni. Ed allora che fare? Attaccare il Cav. anche se insieme sostengono il Governo presieduto 'dal loro' Enrico Letta. Consentiteci, ma non è normale! Ora, poi, ci sono pure i "cittadini pentastellati" i quali, avendo accertato la loro inconsistenza dal punto di vista politico-istituzionale ma soprattutto programmatico, hanno capito che la strada più facilmente percorribile è quella dell'attacco al Berlusca. Ma i burattini grillini hanno fatto di più, si sono superati ed hanno chiesto la revoca delle licenze per le reti Mediaset. Invece di occuparsi dell'emorragia di voti, di parlamentari, di assessori e di democrazia in casa propria, i 5Stelle si occupano del Cav. e delle sue aziende: come "salvagente" elettorale non è male, anche se un po' (troppo) abusato.
La realtà è che questi "signori" non hanno forse ben chiaro che, a forza di criminalizzare l'avversario anziché sconfiggerlo tramite il voto, rafforzano la voglia della gente di schierarsi al fianco della vittima dei loro attacchi concentrici. Comici, magistrati e giornalisti di parte, sono spesso complici di questo disegno, ma anche per loro la pantomima non durerà molto.
di Gianluca Perricone