Tra larghe intese e strette di cinghie

sabato 6 luglio 2013


Ma è mai possibile che il Governo delle larghe intese sia solo di fatto tale, mentre realmente è formato da una vergognosa accozzaglia di mestieranti della politica e di burocrati incalliti, peraltro dalla pessima e non edificante presenza. Mi chiedo e con me se lo chiedono gli italiani, ma era proprio necessario costituirlo se a distanza di poco più di due mesi dalle dichiarazioni programmatiche del premier Enrico Letta, nipote di Gianni Letta, amico e gran cerimoniere di Silvio Berlusconi, non si vede uno straccio di segnale positivo in tutti i campi nei quali bisognava intervenire per dare un po’ di speranza agli italiani? In Europa, nonostante i sacrifici fatti per imposizione del tecnocrate e massone Mario Monti e nonostante il ritiro della procedura d’infrazione che coinvolgeva nella stessa barca, insieme all’Italia, Paesi disperati quali la Grecia, il Portogallo, la Spagna l’Irlanda, non ci è consentito di sforare il bilancio, come lo hanno fatto sia la Francia che la Spagna.

Ci dobbiamo accontentare della miserabile concessione della Commissione Europea, presieduta dal portoghese Barroso, all’epoca voluto proprio da Berlusconi, di usufruire di miseri fondi per l’occupazione giovanile. Ma da chi è rappresentata nel mondo l’Italia, ai cui posti di comando sono stati designati, come prima detto i mestieranti della politica e i burocrati voluti da Monti, del quale gli italiani vorrebbero non ricordare neanche il nome. Siamo certi che il chierichetto Alfano non sia disposto a tradire Berlusconi, nel caso in cui il programma del Pdl non venisse rispettato, cedendo alle lusinghe del suo collega democristiano Letta che non vede l’ora di costituire il polo moderato con la vecchia strategia dell’intramontabile balena bianca? Io non ho alcuna certezza e presto il Cavaliere si vedrà circondato da pochi fedelissimi che insieme a lui vogliono riprendere il progetto di Forza Italia.

Ma dovremmo ricordare che l’intuizione formidabile e geniale del Cavaliere nel 1994 ebbe successo distruggendo la “gioiosa macchina da guerra di Occhetto, solo perché gli italiani geneticamente sono refrattari a qualsivoglia ideologia che possa richiamare in qualche modo il comunismo. Gli italiani reagirono così anche dopo la disastrosa guerra mondiale, forzando anche le loro reali convinzioni politiche, e votando Democrazia cristiana, in attesa della realizzazione del Piano Marshall, che nel tempo diede luogo al boom economico degli anni Sessanta. La balena bianca governò per tanto tempo creando quel debito pubblico che oggi attanaglia l’economia, per garantire l’assistenzialismo necessario a creare clientele e voti di scambio. Questo e non altro a distanza di tanti anni stanno immaginando di fare le colombe del Pdl o di Forza Italia, con il duo Letta-Alfano, ben consapevoli che la maggioranza catto-comunista non sopporterà a lungo il Governo delle larghe intese, così come non lo sopportano più gli italiani.

Mi chiedo se è davvero una cosa seria la cruenta battaglia fomentata in Parlamento dai catto-comunisti per la nomina della Santanchè a vicepresidente della Camera dei deputati, e se è davvero sopportabile che la burocrate Cancellieri elevata alla carica di ministro della Giustizia, tratti nel modo in cui è stata trattata “in onda e fuori onda”, l’Avvocatura, unico baluardo di tutti i cittadini per la tutela dei loro interessi (garantita dall’art. 24 della Costituzione), solo perché preoccupata della deriva per un verso giustizialista e per l’altro defatigatorio che sta assumendo l’esercizio della giurisdizione. Non solo la Cancellieri non merita il rispetto degli avvocati ma l’importanza della funzione difensiva richiede interventi molto più incisivi e determinanti per far sì che la stessa rassegni immediatamente le dimissioni, non essendo tollerabile né il giudizio espresso sulla categoria che è tutt’altro che una lobby né il comportamento del ministro che alzandosi dal tavolo di lavoro dice: ”Scusatemi vado lì, così ce li leviamo dalle palle”. Per molto meno in qualsiasi altro Stato, un ministro sarebbe stato allontanato con le scuse del Premier nei confronti della categoria professionale. Nulla di tutto questo avviene in Italia dove tutto va nel tritacarne dell’informazione di regime.


di Titta Sgromo