Mancino vs De Mita per Avellino

sabato 1 giugno 2013


Secondo turno infuocato ad Avellino. Attori e protagonisti della politica irpina sempre gli stessi. Con l'aggiunta di accuse di trasformismo e svolte clamorose a partire dall'ex sindaco Galasso che dopo 8 anni e mezzo alla guida di un'amministrazione di centrosinistra è passato ad appoggiare il candidato sindaco del Popolo della libertà, come ritorsione della sua bocciatura in Parlamento. La politica, comunque, unisce e divide. Come il caso dei due leader della Dc degli anni Ottanta Ciriaco De Mita e Nicola Mancino che si sono ritrovati su fronti apposti ad appoggiare due diversi candidati di due schieramenti contrapposti. Ciriaco, 84 anni, non ha ancora smesso di voler dettare legge nella sua Irpinia.

Legatosi al dito il no di Walter Veltroni (allora segretario del Pd) alla sua ricandidatura in Parlamento, decise nel 2009 di appoggiare Cosimo Sibilla alla Provincia di Avellino e Stefano Caldoro alla Regione Campania che erano alla guida del centrodestra. Incassata la vicepresidenza a palazzo Santa Lucia per il nipote Giuseppe (ora Parlamentare), De Mita ha fatto saltare le alleanze con il centrodestra e nella "sua" Avellino ha deciso di correre con l'Udc scegliendo come candidato sindaco il dirigente dell'Air (l'azienda pubblica fregionale dei trasporti) Dino Preziosi. Nicola Mancino ,invece, nonostante i guai per l'inchiesta Stato-mafia, è voluto essere presente nella campagna elettorale accanto al candidato Paolo Foti,ex direttore dell'Associazione costruttori. Anzi nel comizio di chiusura era sul palco, quello in cui è scivolato il segretario del Pd Guglielmo Epifani. Ad urne chiuse i risultati sono stati deludenti per tutti, ma al ballottaggio ci vanno Foti con il 25,9 % e Preziosi con il 22,9%.

Dopo una buia parentisi fatta di trasformismi e irresponsabilità, sono in corso le grandi manovre per il necessario apparentamento delle altre liste in competizione. In primo luogo i riflettori sono puntati sulle vicende interne al centrodestra. L'appoggio della lista civica di Giuseppe Galasso non ha portato fortuna a Nicola Battista, un vecchio combattente in Consiglio comunale fin dagli anni Novanta e berlusconiano della prima ora. Il Pdl si è volatilizzato ad Avellino città(scendendo dal 27,3% delle politiche di febbraio al 16, 6%), anche se poi ha ottenuto buoni risultati negli altri paesi della provincia. Le divergenze in casa del Popolo delle libertà risale al momento della fusione tra An e Forza Italia. I contrasti e le divisioni non sono mai stati sanati.Ora sono accuse reciproche tra Giovanni d'Ercole, Orazio Sorace, Adelchi Silvestri. Secondo alcuni osservatori l'unica possibilità per il Pdl di salvarsi era l'alleanza con l'Udc di de Mita, ma sono prevalse ragioni di egoismo personali. Non sono andati bene neppure i grillini con l'insegnante Tiziana Guidi. «De Mita vi seppellirà», aveva gridato Grillo dal palco di via Matteotti, luogo simbolo della politica irpina,convinto della forza elettorale dell'ex premier di Nusco. Il Movimento 5 stelle aveva ottenuto il 19, 3% alle politiche di tre mesi fa e contava di fare breccia sulla popolazione,organizzando la protesta contro lo scandalo della mancata bonifica dell'Isochimica.


di Sergio Menicucci