Marchini, alternativa al bipolarismo romano

venerdì 31 maggio 2013


Un dato è certo di questa consultazione comunale di Roma che i cittadini elettori sono stufi di questo falso bipolarismo bastardo, che ha fatto proliferare una miriade di partitini personali e di liste stravaganti che confermano da un lato il declino della politica ma contemporaneamente la ricerca di una novità, di una speranza che ritorni la politica con la "P" maiuscola. Una politica che si occupi dei problemi reali dei cittadini, che sappia ascoltarne le esigenze ed i bisogni alfine di poter dare risposte a questo disaggio diffusso che si respira in questa bella città che è Roma. A Roma ha votato soltanto il 52% degli aventi diritto. E se a questo dato sommiamo un altro 3% sui voti validi di schede nulle e bianche e se poi consideriamo che i cittadini che hanno votato Marchini e Grillo, alternativi ai due poli, possiamo quasi dire che il 60-65 % dei cittadini romani sono delusi o non si sentono rappresentati dal duo Marino-Alemanno.

Questa crisi di rappresentatività in qualche modo è stata difesa aldila dei giudizi di valore solo da Marchini e Grillo (nonostante il grande calo dei grillini) perché gli altri due schieramenti sopravvivono per essere solo l’uno l’anti dell’altro favorendo una concezione da bar dello sport della politica visto che sui programmi c’è il nulla, non c’è una idea forte su cui confrontarsi di cio che si vuole fare. Alemanno e Marino sono percepiti per questo universo come i rappresentanti del vecchio, dell’inamovibile del già conosciuto, della minestra rifatta, della burocrazia di partito o di gruppo sorda e autoreferenziale, partiti e coalizioni che vivononella totale antidemocracità interna . Mentre il movimento di Grillo rappresenta una voglia di rottura fine a se stessa, il movimento di Marchini ha rappresentato l’opportunità di passare dalla protesta alla proposta in questo senso è spiegabile il successo di tale lista. Nel balottaggio che si svolgerà tra quindici giorni i maggior rischi li corre il movimento di Marchini, perché quello di Grillo non ha una coerenza di proposta.

Marchini si è presentato come colui che rompe questo bipolarismo di facciata, il suo elettorato viene da tutte le direzioni, dal centro destra e dal centro sinistra ma anche dall’elettorato grillino, ed una scelta per uno dei due candidati potrebbe rappresentare una omologazione a ciò che si vuole contestare, e dunque perdere consensi anche nella prospettiva della consultazione europea, che voglio ricordare avviene con il proporzionale puro e che dunque non necessitando di apparentamenti, si basa sulla propria identità. Il quasi 10% preso dalla lista Il movimento di Marchini non è riducibile né al centro destra, né al centro sinistra e più che mai ai cosiddetti centristi, ed è questa la verà novità, nonostante i tentativi di vecchi arnesi della politica di volerci mettere il cappello. L’essere un movimento del fare, antidogmatico, liberale e solidaristico può essere l’embrione di un contenitore che cambi un modo vecchio di concepire la politica. Marchini è paragonabile ai voti che prendeva il vecchio Psi a Roma ma che non riusciva a sfondare perche non aveva un voto d’opinione, mentre il voto della lista Marchini è tutto voto di opinione, per cui con un sano radicamento organizzativo, le possibilità di crescita per questo movimento sono ampie. Inoltre, se manterrà le sue promesse sia sui contenuti programmatici che sulla partecipazione trasparente dei cittadini, nel movimento ci saranno grosse novità .


di Roberto Giuliano