mercoledì 22 maggio 2013
Tempi duri per i movimenti e per lo stesso Beppe Grillo: una proposta di legge firmata da Anna Finocchiaro e dal capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda, prevede la piena attuazione all'art. 49 della Costituzione sui partiti, dando loro ''personalita' giuridica''. La proposta prevede di stabilire, spiegano i proponenti, «i contenuti minimi dello statuto, alcuni principi generali, ai quali dovranno attenersi tutti i partiti che intendono concorrere alla determinazione della vita politica, pena la perdita dei rimborsi per le spese elettorali o di ogni ulteriore eventuale forma di finanziamento pubblico».
Una serie di "obblighi" che confliggono ad esempio proprio con il tipo di organizzazione statutaria del Movimento 5 Stelle, tenendoli fuori dalle elezioni. «Questo - dicono Finocchiaro, Zanda e gli altri proponenti - non impedirà a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma il mancato acquisto della personalità giuridica precluderà l'accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali». «Anna Finocchiaro invece di discutere dell'ineleggibilità di Berlusconi magari stabilendo una linea dura e una battaglia senza precedenti nella giunta delle elezioni preferisce presentare un ddl anti-movimenti al fine di attaccare il Movimento Cinque Stelle. Complimenti vivi alla Senatrice della Repubblica!».
Così il deputato M5S Roberto Fico su Facebook. «M5S - aggiunge - le sta preparando con forza il percorso e le motivazioni da presentare in giunta per l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Questi sono i fatti». «Il Movimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti Movimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni». Rincara la dose Beppe Grillo sul suo blog: «I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà».
di Vladimiro Iuliano