Il crollo del Pdl nel feudo di Scajola

venerdì 17 maggio 2013


Solo tre Comuni che superano i 15mila abitanti si recano alle urne in Liguria: Imperia, Sarzana e Sestri Levante. È stata la regione più terremotata nelle elezioni politiche di febbraio. La crisi economica del porto di Genova, le inchieste giudiziarie che si sono abbattute sul centrodestra per l’ampliamento e la ristrutturazione del porto turistico di Imperia, l’emarginazione dell’entroterra ligure hanno impresso una forte spinta . ribellistica e di delusione tra l’elettorato di centrodestra. In parte il malcontento si è tradotto in un allargamento della disaffezione al voto, in parte nel successo di movimenti che hanno fatto del cambiamento la loro ragion d’essere. Nell’estremo entroterra ligure si sono verificati entrambi i fenomeni. La partecipazione al votro è scesa al 71,9 per cento con una perdita di circa 10 mila elettori.

Il dato politico più rilevante è stato però il crollo della coalizione di centrodestra e l’avanzata del Movimento 5 stelle. In una provincia come Imperia in cui la sinistra è da sempre minoritaria la coalizione Pd-Sel-Idv è scesa al 21,7 per cento, con il Partito democratico dimagrito di altri sette punti. Poca cosa rispetto al 24% perduto dal Popolo della libertà. Il Movimento 5 stelle in una città storicamente caratterizzata dal voto democristiano, poi di Forza Italia e Pdl ha ottenuto la maggioranza relativa con 8.023 voti, pari al 33, 3% a fronte dei 6.276 del Pd ( dal 35,2 % del 2008 al 26,3 del 2013) e al crollo del Pdl-Lega passati da 13.342 voti ( 52,4%) a 6.557 perdendo quasi il 30 per cento. Ad Imperia si torna alle urne a seguito della caduta, nel maggio del 2012, dell’amministrazione Strascino2 per la sfiducia trasversale ( Pdl-Lega, Pdl-Udc-Rifondazione) dell’ex sindaco. A far cadere Giovanni Strascino furono le polemiche scoppiate dopo la burrasca giudiziaria sul porto e il licenziamento da parte del primo del primo cittadino degli Assessori considerati amici di Scajola e di quelli della Lega. Un’altra inchiesta passò al setaccio la regolarità degli atti sulla cementificazione della città degli ultimi 10 anni. La gestione commissariale ha portato alle elezioni. Imperia volta pagina polticamente? Il quadro non è molto chiaro.

Gli elettori sono delusi e scettici. Tutti gli schieramenti hanno problemi e sono alle prese con divisioni e incomprensioni interne. I canditati a sindaco sono 5. Il centrodestra si presenta con l’avvocato Erminio Annoni che è stato preferito all’esponente centrista Antonio Pazzolini e all’ex assessore Antonello Ranise, considerato un fedelissimo dell’ex Ministro Claudio Scajola. A destra si presenta anche Alessandro Casano mentre l’ex sindaco Paolo Strisciano vuole condizionare la scelta con il suo Laboratorio. È debole il candidato della coalizione di centrosinistra Carlo Capacci al quale l’ex capogruppo Pdl il finiano Giuseppe Fossati ha ricordato polemicamente di averlo sponsorizzato in quota Forza Italia per la presidenza di due importanti incarichi decisi dall’amministrazione di centrodestra. Ora Capacci tenta di passare per un tecnico indipendente guidando la coalizione di centrosinistra. Ha presentato un dossier sul porto turistico e due progetti di riqualificazione urbana. Duro scontro anche all’interno del Movimento 5 stelle, nonostante la larga dote di voti ottenuti alle politiche facesse presagire una strada elettorale tutta in discesa. Invece la designazione del cittadino-portavoce sindaco Antonio Russo ha scatenato molte polemiche.


di Sergio Menicucci