Quell’esercito che occupa Roma

sabato 11 maggio 2013


L’occupazione, langue, anzi precipita. Sale invece vertiginosamente una tipologia occupazionale: quella delle occupazioni abusive di case. Diceva una interpellanza parlamentare nel lontano 2007, “..tutte le grandi città sono soffocate da questa morsa di arroganza e illegalità mascherate da iniziative politiche”. Passati 6 anni, la morsa delle occupazioni è più stretta, soprattutto a Roma, dove si sono occupati gli enti più noti, le chiese, i teatri, financo il Parlamento, senza vere proteste. L’occupazione del Teatro Valle viene celebrata da “Repubblica” come il simbolo del bene comune gestito dagli eguali di Babeuf.

Per liberare la Basilica di San Giovanni in Laterano due ministri andarono a pietire dall’associazione occupante Action presente in Campidoglio con il consigliere Andrea Alzetta, detto Tarzan su cui pendono indagini per l'invasione dell'ex cinema Palazzo e di siti Atac, Ama e Acea. Sul Quirinale si affaccia l’attico del palazzo Inpdap di Corso Italia, in mano abusiva. I lividi sono più scuri nel municipio principe delle occupazioni abusive, l’Ottavo, ex XI°, dove, secondo il sindaco Alemanno, governa la peggiore sinistra d’Europa, quella del presidente Catarci. Qui pochi giorni fa sono stati occupati in via del Caravaggio, due edifici di proprietà di un fondo, già ospitanti uffici della Regione. Pochi km lontano a Tor Marancia c’è l’occupazione al San Michele, di via Casale De Merode, alias Merode crew. L’Istituto Romano San Michele di via Tosti aveva gli ingredienti giusti: la più grande Ipab (istituzione pubblica assistenza beneficenza) cittadina per patrimonio e assistenza, una storia secolare di opere pie confluite nell’ex Ospizio, 120mila mq, 12 palazzine, ampio giardino, casa di riposo per paganti, residenza assistita, fondi ed alberghi in centro a Montecitorio e Clementino, il tutto sotto l’autorità regionale. Con pochi anziani in cotanti spazi, venne montata una tenda sotto il titolo omnicompensivo di “precari” ed occupate le palazzine Valente, Innocenzo XII.

Qualche km più in là si salta all’ottobre 1994 quando gli studenti occuparono parte del mercato coperto, fondando il Csoa La Strada, in via Francesco Passino, Garbatella. Via Passino è nel mondo okkupato una chicca. A fianco del Csoa, (con Scuola Popolare Piero Bruno, Ciclofficina e pub Moonstomp) c’è il circolo Pro Cuba LaVilletta, vicina all’ex consigliere regionale Rifondazione Mordenti. Accanto, nell'ex-garage del mercato, i 450 mq dell'Urban Center che vuole salvaguardare la storica popolare città-giardino di Garbatella dimenticandone l’origine architettonica fascista. A deturparla ci pensano lungo i muri di via Passino, i murales Intillimani-style, che però, direbbe il presidente municipale vendoliano, “condensano memorie e pratiche sociali”, un must per guide turistiche. Da poco è finita l’odissea dei 150 afgani esuli che dopo stazione Ostiense, tende e tensostruttura, sono stati presi in carico all’Università. Mentre si discute della cementificazione alla vecchia Fiera di Roma, vi si sono insediate, ovviamente provvisorie, roulottes di zingari. Con le occupazioni del 9 aprile (oltre Via Caravaggio sono state violate proprietà dell'Atac, dei Cavalieri di Malta, di Caltagirone, della BPM e di fondi d’investimento a Ponte di Nona, San Basilio, Tiburtina. CasalBertone, Appia, Colli Albani, San Lorenzo) si è a 91 occupazioni dentro il GRA. 97 con i comuni limitrofi.

Quasi 100, quasi €100 i milioni del conto del trionfo della illegalità a carico di contribuenti, residenti e cittadini, come li si voglia chiamare. 52,5 milioni per utenze luce, acqua e gas, danni agli immobili e mancati introiti; 40 per i soccorsi postsgombero. I cittadini pagano €800 mese per un appartamento occupato, 50mila per i danni ad immobile, 400mila per i mancati introiti di uno stabile adibito a uffici. L'ex Cotral di via Radiotelegrafisti è costato 16mila l'anno per l'acqua e 100mila di elettricità. Senza contare i costi aggiuntivi di sicurezza pubblica e privata; il degrado ed il deprezzamento dell’area e la conseguente caduta produttiva. I media a via del Caravaggio dipingono un quadro da Pellizza da Volpedo (200 famiglie, bambini, giovani, precari, disoccupati) ma i colloqui dal vivo testimoniano qui un marocchino, là una peruviana mentre gli italiani all’entrata fissano i turni di controllo antirruzione. A dirlo si passa da razzisti ma in realtà ad occupare sono soprattutto stranieri senza documenti. Strumenti ciechi di occhiuta rapina, gli stranieri non combinerebbero un gran chè, se non fossero guidati dai professionisti dell’occupazione, rivoluzionari professionali che mescolano violenza ed ideali, interesse e carità, mafia, demagogia e depistaggio.

Man mano che è divenuto, per dati elettorali, sempre più minoritario, il mondo comunistoide si è fatto più agguerrito e violento. Presi dall’orgia antiberlusconiana, i media con diverse complicità istituzionali, hanno voluto vedere la gemmazione continua di comitati di cittadini sempre mobilitati nella protesta. Invece il record l’hanno fatto i 70 della testa rossa di Action ed il corpo di mille nazionalità. Cliniche, scuole, ex caserme, asili, edilizia residenziale pubblica sono divenuti, alla faccia dei senza casa in graduatoria, fortini. Fortini dove è vietato entrare, né si può consegnare posta; dove è un’impresa anche domare un incendio, dove si pagano affitti in nero e non si sa a chi, dove si apprende fuori da ogni norma di sicurezza l’arte dell’allaccio abusivo tipica di camorra e nomadi, dove la popolazione cambia, aumenta, si sposta secondo una regia invisibile. Dove si prepara un esercito di disperati, gestibile e ricattabile contro il quale, per sgomberare,. si deve combattere battaglie campali, come avvenuto pochi giorni fa a via Viscogliosi, Tor Tre Teste.

La sinistra estrema si è fatta un esercito che non sarà di 3mila persone come raccontato, ma poco ci manca. Un esercito che sulla carta chiede case normali per gente normale ed in realtà odia edilizia, costruttori alla Tor Baguette Marchini, proprietari di casa e liste di aventi diritto; che odua qualunque tipo di economia. Che potesse, imporrebbe la coabitazione dei komunalka sovietici; che riceve pronta, da qualche provvidenziale manina, la lista degli owner delle 51mila case sfitte. Alle spall e di Rodotà, Settis, Germano, Gifuni e Rocco Papaleo, mattatori al Teatro Valle dell’utopia divenuta realtà, alle spalle dei beni comuni, dell’acqua e del web di tutti, dei no-tav, alle spalle del corteggiamento comprensivo ed intimorito dei media, alle spalle dei soliti sostegni istituzionali postPci, dei gemellaggi tra tra Municipio VIII° e la municipalità zapatista Guerrero Caracol di Morelia, dell’Arci, dei libri sui bimbi zingari a scuola, dei patrocini antirazzisti al teatro MeRode, alle spalle alla faccia dei tanti tavoli di mediazione del vicepresidente regionale Smeriglio, dei comunali Lucarelli, Antoniozzi, Belviso del prefetto Pecoraro, alle spalle dei volontari cattolici presso il San Michele, tra cui i ciellini di Sant’Egidio dell’ex ministro Riccardi, che poi si ritrovano nella stessa coalizione del partito del consigliere comunale boxeur Tarzan, leader Action, rissaiolo in consiglio comunale, ideologo e praticone di violenza. è nato un esercito pronto ad arte e comando per manifestazioni, intimidazioni, blocchi, nuove occupazioni. L’esercito dei nuovi lazzaroni per il quale Alemanno e Veltroni,sono tutti padroni.


di Giuseppe Mele