L’eredità di Sturzo nel simbolo dei Plf

giovedì 28 marzo 2013


«D’ora in poi saremo quindi indicati come “I Popolari”, cioè allo stesso modo con cui venivano indicati negli anni ‘20 personaggi come Sturzo, De Gasperi, Gronchi, Campilli, Montini, Rodinò, Cavazzoni e tanti altri uomini politici del Partito Popolare Italiano - ci ha riferito il segretario nazionale Giovanni Palladino - il nostro sondaggio si è comunque concluso con il 76% di voti a favore del cambiamento in Popolari Liberi e Forti, come la direzione nazionale aveva auspicato». La direzione nazionale di ILeF, partito nato a Roma nel 2012 (www.ilef.it), dopo i 16 anni di esperienza sociale e di semina nel Centro Internazionale Studi Sturzo, ha deciso di proporre a tutti gli iscritti e simpatizzanti del partito il cambiamento del nome , da "Italiani Liberi e Forti" a "Popolari Liberi e Forti". Il motivo di questa mezza rivoluzione e grande innovazione è duplice. Innanzitutto dare maggiore importanza alle origini storiche del partito, alle radici culturali che risalgono al 1919, quando Luigi Sturzo fondò il Partito Popolare Italiano con il famoso appello a tutti gli uomini liberi e forti.

Quindi, si son voluti chiamare Popolari proprio per ricordare la loro origine ed essere identificati nel paese come “I Popolari”: «Siamo rimasti solo noi praticamente oggi a poter vantare di essere gli autentici interpreti di quella storia : gradualmente nel tempo un po’ tutti i precedenti partiti che si riallacciavano a quella tradizione anche senza rispettarla molto spesso, o sono scomparsi o sono in via di estinzione, noi siamo gli unici rimasti e siamo obiettivamente gli autentici interpreti di quella storia», ha continuato Palladino. Il secondo motivo secondo il segretario politico nazionale è che gli iscritti e i simpatizzanti di ILeF, si vogliono caratterizzare come un partito veramente europeo che crede negli Stati Uniti d’Europa, cioè in quel sogno che Luigi Sturzo già espresse nel lontano 1929. Il partito si avvicinerà sempre di più in prospettiva, al Partito Popolare Europeo al quale prima o poi si iscriveranno e sottolineeranno la loro adesione all’economia sociale solidale di mercato di cui il Partito Popolare Europeo oggi in Europa è il più autorevole sostenitore. In conclusione per portare avanti, attualizzare e promuovere la cultura e l’esperienza di statisti come Sturzo, Adenauer, De Gasperi che hanno sempre parlato in termini di economia sociale e solidale di mercato, di economia liberale, di economia quanto più dominata dall’iniziativa privata e non dalla iniziativa pubblica che deve fungere da garante e da controllore del mercato più che da giocatore.


di Vito Piepoli