All'inseguimento di Beppe Grillo

sabato 23 marzo 2013


Comunque vadano le cose, anche se alla fine si riuscirà a mettere in piedi un qualche governicchio, il Pd di Bersani esce pesantemente sconfitto da questa convulsa fase politica. Incapaci di proporre una reale alternativa di cambiamento al Paese, gli eredi del più grande partito comunista d'Occidente si sono ridotti ad inseguire invano il grillismo montante, arrivando ad inscenare con i due neo-eletti presidenti delle Camere una sorta di francescana manifestazione di austerità, quasi emulando Papa Bergoglio in tema di frugalità istituzionale. Ma non è con queste misure di facciata che si potrà riuscire a mascherare il fallimento di chi non è riuscito a raggiungere la credibilità necessaria, nonostante il grande vantaggio di partenza, per ottenere senza riserve il timone del Paese. Come ho già avuto modo di scrivere su queste pagine, se vivessimo in un sistema democratico normale, dopo aver mancato così pesantemente l'obiettivo proposto Bersani sarebbe stato costretto a dimettersi all'indomani del voto, evitando al suo partito di trasformarsi in una masnada di accattoni politici alla caccia di una manciata di voti grillini.

Mettendo da parte ogni residuo di dignità, i bersaniani più convinti, come pugili suonati, sono passati sotto i colpi del leader del M5S, che li ha tempestati di insulti e contumelie, continuando per giorni e giorni ad elemosinare un appoggio che salvasse il culo al loro segretario. E lo hanno fatto, mobilitando l'intero arsenale mediatico a loro disposizione, senza considerare la totale impossibilità politica, pena la dissoluzione del loro vasto e crescente consenso, dei grillini di seguirli su questa linea. Era chiaro fin da subito che dopo l'esito delle urne l'unica strada percorribile per il Pd era quella di un qualche accordo con l'uomo nero Berlusconi, checché ne dicano i giovani e apparentemente irriducibili nuovi turchi di Bersani. Ciononostante, dopo aver commesso l'ennessimo, imperdonabile errore di imporre nelle Camere due presidenti di parte, Bersani ed i suoi si sono ritrovati nello stesso punto del labirinto politico da cui si sono mossi all'indomani delle elezioni. Solo che questa volta salvare la capra del segretario democratico e i cavoli di un nuovo governo sarà una impresa ancora più difficile. Soprattutto perchè si ha l'impressione che il ruolo politico del Pdl e del suo eterno Cavaliere sia molto cresciuto in questa fase così concitata. Staremo a vedere.


di Claudio Romiti