mercoledì 20 marzo 2013
Non bisogna «avere timore della bontà e della tenerezza», «non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla croce». E ancora: custodiamoci gli uni gli altri accogliendo «con affetto e tenerezza l'intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli». È questo il messaggio centrale di Papa Francesco, lanciato durante l'omelia della sua messa di intronizzazione celebrata ieri in San Pietro davanti a circa 200mila persone. «Ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa e l'inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale: è una coincidenza molto ricca di significato», ha esordito il Pontefice dando inizio alla messa sul sagrato della Basilica vaticana dopo aver ricevuto il Pallio e l'anello del Pescatore, simboli del ministero petrino, dal cardinale protodiacono Jean louis Tauran e dal cardinal decano Angelo Sodano. Terminata la Messa, Papa Francesco ha salutato le autorità e i rappresentanti della Chiesa.
Dopo l'incontro con la presidente dell'Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, all'Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, il Pontefice si è soffermato per un saluto con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la moglie Clio e a seguire con il premier Mario Monti e la moglie Elsa. Al fianco del Pontefice, nel saluto con i Capi delle delegazioni ufficiali, il Segretario di Stato vaticano Cardinale Tarcisio Bertone. Papa Francesco si è intrattenuto per qualche minuto a parlare con Napolitano e Monti. Papa Francesco ha poi salutato la delegazione dell'Unione europea: il presidente della Commissione, Jose Manuel Barroso, il presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, ed il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz. Il Santo Padre ha poi salutato il presidente del governo spagnolo, Mariano Rajoy, i principi di Spagna Felipe e Letizia, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, che prima lo ha salutato da sola e poi gli ha presentato il marito, ed il primo ministro albanese, Sali Berisha. La cerimonia ha avuto un prologo "fuori programma" con Papa Bergoglio che ha voluto salutare, con un collegamento telefonico da Roma, i circa 40mila fedeli riuniti nella cattedrale metropolitana di Buenos Aires in occasione della sua messa inaugurale. Una folla immensa ha invaso pacificamente la cattedrale e la plaza de Mayo, dove si affaccia la grande chiesa, in attesa di seguire in diretta la messa su grandi schermi, malgrado Buenos Aires sia indietro di quattro ore rispetto a Roma. «So che state pregando, grazie per le preghiere. Vi chiedo un favore, camminiamo insieme, occupiamoci gli uni degli altri», ha aggiunto il Papa, secondo quanto riferiscono i media argentini. Poi la prima volta di Francesco in papamobile.
Il Santo Padre, in piedi e vestito di bianco sulla jeep papale scoperta, accompagnato dal suono dell'organo, ha salutato con semplici gesti la folla di fedeli giunta dalle prime ore del mattino a riempire la piazza. Francesco è passato sorridente lungo lo stretto percorso protetto dalle transenne, tra uno sventolio di bandiere del Vaticano, e di ogni parte del mondo, tra le quali prevalgono i vessilli bianco- azzurri con il sole giallo della sua Argentina. E ancora una volta il Papa argentino ha rotto il protocollo. Durante il giro il Pontefice è voluto scendere dalla papamobile e ha salutato con una carezza un malato. Il Papa ha voluto anche salutare con una carezza alcuni bambini in braccio ai genitori.
di Pasquale Amitrano