Sveglia! Così non si può continuare

mercoledì 13 marzo 2013


Ero così contenta quando ho visto i risultati elettorali, perché c’erano finalmente le condizioni per quella che consideravo la migliore delle ipotesi visto il vicolo cieco in cui ci siamo infilati: la legislatura costituente. Mi sono detta: avranno capito! Macché, illusa che non sono altro. “Svegliaaaa” è il grido di battaglia dei grillini ed è evidente che chi ha votato M5S in modo trasversale lo abbia fatto per dare un segnale forte e chiaro ai partiti tradizionali: dovete capire che così non si può più andare avanti, dovete cambiare! Ma loro niente, insistono a non capire. Sveglia! È altrettanto evidente che la stragrande maggioranza degli italiani ancora, malgrado tutto, preferisca votare per i due poli e non vuole più partitini vanesi, centrini, forcaioli estremisti e di certo non vuole più ripetere la tragica esperienza del governo tecnico. Vi dice niente tutto ciò? Sveglia! Bersani, invece, ancora crede che la soluzione finale possa passare dall’eliminazione giudiziaria di Berlusconi, calpestando così il voto di tutti coloro che lo hanno votato. Fino al giorno delle elezioni ripeteva che anche se avesse avuto il 51% dei consensi, avrebbe governato come se avesse il 49%.

Si è visto. Non arriva al 30% e questo è il rispetto che mostra per chi ha osato non votarlo, perché non lo ha capito, dice lui. No, sei tu che non hai capito! Sveglia! E ancora cercate di rabberciare un governo con lo scouting? Fatela finita! La vogliamo ritirare fuori la distinzione tra potere legislativo ed esecutivo, per cortesia? Un ripassino dei fondamentali della democrazia è che quello che vi serve, altro che governo. Sveglia! Togliatti e Berlinguer non ci avrebbero pensato due volte. D’Alema è l’unico che sembri aver capito che è arrivato il momento della tregua, seppur armata, contro l’odiato Silvio, il quale, malgrado tutti gli attacchi subiti, continua ad aspettare che la smettano di fare i bambini capricciosi e comincino a ragionare sull’unica soluzione possibile. È il Parlamento che deve legiferare, è da lì che si deve partire, non dalle poltrone ministeriali. Il Governo esegue, non legifera, non fa le riforme, le attua. Abbiamo una Costituzione assurda che ha portato a mischiare i due poteri in modo abnorme ed è proprio questo il problema da risolvere alla radice e che ci ha portato dove siamo.

Va modificata per dare finalmente all’Italia un assetto istituzionale moderno, che assicuri la governabilità e la stabilità, ripartendo dagli immortali principi illuministici e prendendo a modello tutte le moderne democrazie per come li hanno applicati e sviluppati. Avete paura di perdere voti, vero? Pensate che accordarsi su una legislatura costituente possa essere visto come un accordo con l’odiato nemico. Penosi! Smettetela di guardare i sondaggi, la campagna elettorale è finita. Gli elettori non capirebbero? Spiegateglielo! Provate con un esempio facile facile che forse arriva anche al cervello dei tifosi più accaniti. Avete presente le squadre di calcio, quelle che si scannano in campo e sugli spalti pur di vincere? Ebbene, dopo il 90°, quando c’è da decidere se cambiare la regola della distanza del dischetto del calcio di rigore e spostarla ai 12 metri, si siedono intorno ad un tavolo e decidono tutti insieme. Non è che i tifosi a quel punto assediano coi forconi la sede della Figc, né li accusano di intelligenza col nemico, né pensano che si stiano gemellando, né che inciucino per spartirsi le coppe e i campionati. Le curve, anche le più esagitate, capiscono che stanno semplicemente decidendo tutti insieme le regole che dovranno rispettare tutti, chiunque giochi e vinca.

Se lo capiscono le curve, non vedo perché non dovrebbero capirlo gli elettori più incalliti. Continuerebbero a non capire? Peggio per loro! Non è che possiamo gettarci tutti in un baratro per correr dietro agli ottusi. Non potete ragionare su vecchie logiche di governi balneari che tirano a campare, raccogliendo una maggioranza risicata su provvedimenti di facciata. Per rispondere davvero alle esigenze dell’Italia e degli Italiani non basta neppure modificare una legge elettorale guardando solo ai propri interessi di partito. Non esiste una legge elettorale buona a prescindere, ma solo una legge elettorale coerente con l’assetto istituzionale di un paese. Se prima non si cambia la Costituzione e non si rende governabile l’Italia partendo dalle fondamenta, costruendole su basi solide, nessuna legge elettorale potrà reggere alla tempesta dell’ingovernabilità. Non è, quindi, dal Governo che si deve partire, ma dal Parlamento. In questa fase, in questo periodo storico, il Governo potrà essere solo una conseguenza della svolta epocale di un Parlamento impegnato nella riforma della Costituzione. Il Governo sarà chiamato ad esercitare il potere esecutivo gestendo in modo responsabile la fase costituente, affidata al potere legislativo. E non potrà essere tecnico, ma politico, perché sostenuto da tutti i partiti che dimostreranno di aver capito la lezione impegnandosi nella Costituente, e perché non dovrà far altro che prendere atto delle disposizioni del Parlamento ed attuarle man mano che vengono approvate. Una volta terminato lo storico compito, ripartirà il tana libera tutti e potrete ricominciare ad insultarvi da una curva all’altra, ma almeno la farete a testa alta. È in Parlamento che si devono creare le condizioni per rendere questa legislatura costituente e davvero rivoluzionaria, come vi hanno chiesto di capire gli Italiani. Chi non lo ha capito neppure ora, temo che non lo capirà mai più.


di Barbara Di Salvo