mercoledì 6 marzo 2013
“Italians”, ovvero “Quelli del Ballo in Maschera”! Una maschera triste, quella di “Gargamella-Bersani”. L’altra feroce, ululante, da teatro greco, del “Grillo-Caligola”. Concedetemi una premessa: la Rete “è” il Grillo e i suoi “nodi” stanno in Parlamento e in molte decine di migliaia di tipografie individuali digitali, dove ciascuno è libero di editare il proprio pensiero, formulando sogni, proclami e progettualità. Ed è così che i “senza volto” dei 5S costruiscono, ogni giorno, tutti assieme e con assoluta continuità, un fiume carsico che erode dalle fondamenta la costruzione di argilla, su cui riposa la squallida politica-politicante italiana. Il problema vero, però, risiede nella velocità e nell’impetuosità di quella turbolenta “corrente” di cambiamento. Nel suo letto, infatti, si raccolgono i flutti immediati, viscerali e cavernicoli, delle “interiora” dei singoli individui digitali. E sono queste forze a non farsi facilmente irreggimentare e veicolare verso le pale di un mulino istituzionale, destinato a macinare, con una energia lenta e tranquilla, nuova farina per il pane della salvezza nazionale.
Quindi, la macchina-istituzione ha bisogno di tempo, per costruire attorno a M5S gli argini e gli sbarramenti “a monte”, necessari per una produttività “positiva”. Voglio dare atto, per inciso, come il giornalismo di centro-destra (cito, tra gli altri, i vari Sallusti, Feltri, Belpietro, Veneziani) si renda oggi un brillante protagonista di questa fase bellissima, misteriosa e esplosiva, per dare volto e opinioni non stereotipate (alla Giannini e alla Scalfari, per capirci) all’immenso cambiamento in atto. Quello, cioè, di cui tutti noi comuni mortali avvertiamo il soffio impetuoso, che fa salire l’onda anomala, destinata a trascinare in rovina, in un colpo solo, l’Europa degli oligarchi di Bruxelles, la finanza-monstre dei derivati e la partitocrazia tradizionale, che da parecchi anni è morta e defunta “sua insaputa”! Ed è così che due signori attempati, con teste vernacolari da oracolo furioso, conducono una danza spiritata, attorno a quello che resta delle salme sante di una sinistra senza più energia propulsiva, ancora inchiodata al mito del sindacato cigiellino, della spesa sociale e del pubblico impiego come immenso ammortizzatore sociale. Tutto questo, senza rendersi conto che il suo pervicace impegno a rispettare i diktat di Bruxelles sui vincoli di bilancio è una contraddizione nei fatti, come quella di perpetuare le politiche montiane di rigore finanziario e di decrescita “infelice”! Non è M5S a dover trovare il jolly della governabilità, che gli elettori hanno (prendiamone atto con serenità, finalmente!) reso impossibile con le loro scelte! L’enorme, madornale errore dei comunicatori di sinistra e dei dinosauri di apparato del Pd, è quello di avallare la caccia al grillismo, per ottenere la fiducia in Parlamento.
Ora, per come stanno realmente le cose, anche un bambino si renderebbe conto che, qualora Bersani riuscisse a fare il miracolo di convincere a un simile passo il duo Grillo-Casaleggio, a comandare sarebbe, comunque e sempre, quel fiume carsico della Rete, con le sue acque perennemente in tempesta! Ovvero, un Esecutivo Bersani, che nasca con questa fragilissima stampella, vivrebbe la vita corta e tormentata dei Governi Craxi, impallinati dai franchi tiratori, al minimo provvedimento scomodo, da far approvare al Parlamento! Però, con Berlusconi sempre nella macina dei processi giudiziari a suo carico, Bersani si sente legittimato, agli occhi della sua base, a rifiutare qualsiasi intesa alla luce del sole con il Pdl. Sull’altro versante, un Presidente della Repubblica in scadenza non può fare altro che dimettersi anticipatamente, o individuare un Cincinnato da incaricare (e non , certo, “Pigi”, che con le sue scelte ha “già” deciso di non avere una maggioranza alle Camere!), per dare un Governo -sia pur di corto respiro- al Paese. Soluzioni? Io ne vedo una chiara e forte. “Facimme ‘a muina”, appunto. Ovvero, lasciamo Monti per altri due-tre mesi a Palazzo Chigi (esistono illustri esempi precedenti, in tal senso: vedi Governo Dini), in modo da tenere calmi i sempre inquieti “mercati”. Basterà che il Capo dello Stato si dimetta anticipatamente e che le votazioni per l’elezione del suo sostituto si protraggano strumentalmente. Nel frattempo, lasciamo che le nuove Camere, insediate nel pieno dei loro poteri, elaborino e approvino “motu proprio” le grandi riforme di sistema necessarie e indispensabili, per rigenerare la politica e le istituzioni italiane. Ricordo a Grillo, Bersani e Berlusconi che ciascun parlamentare è libero di presentare le proposte e i disegni di legge che ritenga più opportuni. Per essere approvati, poi, quei provvedimenti, non hanno bisogno di patti di sangue tra Pd, Pdl e M5S, ma di essere semplicemente lasciati alla piena discrezione degli eletti, così come dovrebbe sempre essere, a norma della Costituzione. In fondo, non siamo un Paese delle grandi risorse (e furbizie) intellettuali?
di Maurizio Bonanni