Ormai Bersani è nudo (e disarmato)

mercoledì 6 marzo 2013


Anche il più duro di comprendonio, se avesse visto e sentito Bersani ospite nella tv del genuflesso Fazio, avrebbe compreso il perché dell’esistenza di Grillo, del suo Movimento e del successo elettorale che hanno ottenuto. Il granitico segretario del Pd, appartenente al vecchio apparato dell’ex Pci, ha fornito con le sue risposte una ulteriore conferma del perché tanti italiani abbiano votato per il Movimento di Grillo. Gli italiani vogliono l’abolizione del finanziamento ai partiti? Bersani replica con la tesi stantia della sua opportunità perché in carenza la politica la fanno solo i più ricchi. Gli italiani anelano alla forte riduzione del numero dei parlamentari e dei loro vitalizi? Da Bersani non una parola. Come nessuna intenzione esprime circa l’abolizione delle province e, perché no, anche delle regioni. Nulla insomma che faccia presagire forti riduzioni della spesa pubblica. Bersani pretende di smacchiare anche Grillo intimandogli di prendere responsabilità che al momento sono soltanto sue, in quanto “vincitore” delle elezioni.

Continua a utilizzare il vecchio lessico e vecchie enunciazioni senza avere compreso che ora tutto è effettivamente cambiato. L’Italia è febbricitante, ha la febbre molto alta per i mali non troppo oscuri che ne minano la salute, e Grillo è il suo termometro. Ma questo Bersani non lo ha capito. Continua a pensare secondo vecchi metodi e vecchie logiche politiche, continua a sbagliare, come del resto il suo omologo Berlusconi il quale, pur di togliersi il termometro di dosso con tutta la febbre, fa caute avance al partito da lui sempre combattuto. Berlusconi, che meritoriamente ha cambiato il corso della politica in Italia, ha tuttavia commesso fondamentali errori non mantenendo larga parte delle promesse elettorali fatte, che gli fecero guadagnare il più largo consenso elettorale che mai partito abbia guadagnato, se si eccettua la Dc del dopoguerra e del pericolo comunista. Ora che la guerra la fanno non con le bombe ma con i bond, gli eserciti dei partiti tradizionali non hanno approntato alcuna difesa, anzi, hanno bellamente continuato tra corruzioni e scandali a depredare le risorse del nostro paese con sprechi di ogni tipo e dimensione, così da abbassare le difese immunitarie della nostra nazione di fronte a petrolieri, finanzieri d’assalto stranieri o di casa nostra, speculatori di ogni risma.

Di qui la febbre di cui dicevo, di qui il termometro Grillo che segna temperature per le quali le cure devono essere drastiche dopo avere compreso il quadro clinico ormai abbastanza compromettente. Perfino il Papa ha compreso la grave crisi in cui si dibatte la Chiesa e, comunque la si pensi in proposito, ha rassegnato le dimissioni sperando nel Papa nuovo. Ma Bersani no! Lui, ormai nudo e disarmato anche di fronte al più giovane e intelligente Renzi, si ostina a restare al suo posto in un partito, nel frattempo angustiato da una grave crisi identitaria nonostante i voti presi. Berlusconi nel frattempo apparentemente tace. La sua ormai piccola armata senza il suo verbo tace anch’essa, alla maniera degli eletti nel Movimento di Grillo che attendono la cosiddetta “linea” come dettata dal “monarca”. Saranno essi edotti via etere o via web, dovranno anche essi, come quelli del Cavaliere, trasformarsi forse in “yes men”, non sappiamo, ma tuttavia saranno dirompenti nella palude della politica italiana. La loro presentazione al pubblico tramite streaming da un albergo romano ha evidenziato la loro giovane età, la grande presenza di laureati e di donne, la loro appartenenza alla cosiddetta società civile. Non è poco. Sarebbe ancora meglio, viste certe idee per una decrescita felice propugnata dal loro mentore se, altrettanti giovani laureati e laureate, altrettanti lavoratori e lavoratrici di stampo e cultura liberale con idee di progresso diffuso e sostenibile, si facessero avanti per offrire un contrappeso e ulteriori possibilità di cura a un paese, il nostro, gravemente malato. Il tempo c’è e nuove elezioni non sono lontane. Nel frattempo Bersani speriamo trovi la sua vera strada di pettinatore di bambole.


di Giuseppe Blasi