La Siae al voto dopo il voto

sabato 23 febbraio 2013


Il 1 marzo, subito dopo le elezioni politiche, si voterà di nuovo ancora prima delle Regionali. Si voterà il consiglio di sorveglianza della Siae, società autori ed editori per i cui 85mila elettori (83mila autori e 3mila editori) si battono ben 24 liste. Anche lo Stato siede nell'assemblea dei soci con lo 0,47%, grazie al servizio pubblico RadioTv. L’attuale consiglio è composto quasi solo da editori e autori del settore Musica con un solo autore per conto delle altre categorie che hanno lamentato una situazione discriminatoria. Le associazioni cineTV (100autori), dei dialoghisti (Aidac), dei cineautori (Anac), dei registi di fiction TV (Art), dei film d'animazione (Asifa), dei documentaristi (Doc.it), e dei cinescrittori (Sact) hanno portato le loro doleances in Commissione VII della Camera aprendo di fatto le ostilità. A parte il contrasto con i musicisti, il tema di fondo è l’equo compenso, nuova tipologia di incasso Siae oltre il diritto d’autore.

Il famoso contributo di fotocopia digitale, imposto su CD-R, DVD-R, Hard disk, pen drive e schede di memoria è stabilito dalla direttiva 2001/29 ma inesistente in Uk e Irlanda. In Canada si paga al Copyright Board, negli Usa alla RIAA, in Belgio all'Auvibel, in Svezia al Copyswede; è presente in Germania, Olanda ma non in Francia dove rientra nel diritto d'autore. Vale cifre diverse, per un DVD ca. €60cent. Riparazione preventiva e presuntiva, è un prelievo molto discusso ma che le associazioni cineTv difendono a spada tratta come unico strumento di rivalsa di fronte alla massa di film trasmessi dalla Tv che depauperano ogni altra via distributiva. Nato nelo ’99 in Italia un DM 2009 ha determinato l’equo compenso a forfait. Di fronte alla richiesta di pagamento degli autori a tariffa, Sky ha smesso di corrisponderlo. dal ‘10, chiedendone incostituzionalità e citando la Siae. Prossima udenzia il 24 aprile. Per la trattativa ‘09-‘11 con la Rai, dopo tanti incontri inutili, è stato attuato l’articolo sull’arbitrato, previsto dalla norma che nel ’41 definì la Siae. L’ l’arbitro Siae Lacchini e Perrone si vedono da maggio ’12 e forse chiuderanno a marzo. La Rai offre ca. €400mia annui, cioè €0,13\minuto mentre gli autori chiedono cento volte tanto, € 10. Gli autori giustificano la differenza impressionante, citando la tariffa Uk di €260\minuto, la francese di€ 306 euro e l’italina di 212. Accusano la Siae di distribuire all'audiovisivo 40 milioni (in Francia la Sacd ne raccoglie per gli autori cineTv, 180); rinfacciano alle piattaforme digitali uno share dei filmati del 5,3% rispetto allo 0,48% del 2009; alla Rai di aver ridotto da 800 a 500h i contenuti realizzati, con investimenti in audiovisivo ridotti a €120 milioni in 3 anni. Sulla liberalizzazione deregolata digitale, l'indisponibilità dei broadcaster, la crisi Rai si è poi posto il rifiuto in prima istanza della Siae di affrontare il problema.

Così le tariffe sono ferme dal 2004. Il tema è a largo raggio. Cineanimatori e documentaristi denunciano il contratto SIAE-TV che tutela solo i colleghi contrattualizzati, mentre le TV impongono la dicitura di semplice filmato per non pagare. Il sottosegretario all'Editoria Peluffo ha convocato per il 4 marzo la Commissione e.c. per i giornalisti, ex lg. 233/12, per stabilire i diritti dei free lance di giornali ed agenzie; ed escludere le testate che si comportano male dai contributi pubblici. Preso l’avvio, la Siae ha avviato un arbitrato anche vs. i servizi innovativi e le telco di Confindustria. Come le seconde accusano Google e gli OTT di sfruttamento, così fa la Siae verso di loro. Tutte le istanze alla fine dipendono dalla situazione diversa degliautori cineTv cui manca il diritto esclusivo che invece hanno i musicisti. Qui si torna al conflitto interno. Il settore Musica costituisce il 70% degli incassi Siae. Canzonette, ed anche molto serie. Nel ‘92, «una sentenza del Consiglio di Stato cancellò la distinzione fra soci e associati, (determinando) l'ingovernabilità, figlia delle precedenti norme che hanno lasciato la Siae alla mercé di professionisti dell'associazionismo”, denunciano gli editori musicali del Fem. La Lg. 2\08 ha infine riordinato l’Istituto fino ai commissari che hanno redatto uno statuto nuovo. 17mila autori non incassano vuoi perché non pubblicano, vuoi perché non vendono.

Neanche mille autori superano i €20mila l’anno e solo 1500 i €10mila. Se veramente la Siae deve essere governata da organi sociali di autori ed editori, questi dovrebbero essere tali, non solo appassionati di show e lettere. I cineautori contrattaccano: secondo i 100autori, “nel mondo della musica, in 70mila non portano fatturato ma hanno il medesimo diritto di rappresentanza di chi lo fa. I cineproduttori che non fatturano hanno un un peso negli organi largamente sproporzionato al loro contributo”. Le elezioni chiudono il commissariamento biennale di Gian Luigi Rondi, dopo quello di Mauro Masi (1999- 2003). Il rosso di 18,6 milioni del ‘10, è passato all’attivo di 1 milione, ma c’è l’evasione del diritto d’autore per 30 milioni (corollario dei 500 persi dal canne Rai) e immobili da vendere. Ceduti gli immobili ad un Fondo Immobiliare, incluso il più pregiato sul Canal Grande, cancellati fondo di solidarietà ed assegno di professionalità, ridotti a 40 i dirigenti su 1200 dipendenti , stabililizzati 44 precari, molti temono una Siae delle major, L’appuntamento ora è il 1° marzo, Palazzo dei Congressi, viale Pittura 5. Verranno eletti 32 consiglieri, metà autori, metà editori, con presenza obbligatoria di associati e di tutti i settori previsti con un premio di 2 consiglieri in più per i settori in attivo per un max teorico di 42 membri.

Rondi rigido regolerà il tempo degli interventi, poi potrà votare solo chi sarà arrivato entro le 11. Soprattutto secondo il nuovo statuto si voterà per capita e per fatturato. L’autore che abbia percepito 20mila, voterà per 20.001 punti, esemplifica l’ Uncla (Unione Compositori Librettisti Autori). Ci sono 2 liste dei cineautori per una dei cineproduttori. Tre liste degli autori teatrali (Dor- Drammatica Operette e Riviste) e due degli autori lirici rispetto alle due e una dei rispettivi impresari. 6 liste per musicisti e cantanti e 3 per gli editori. Due liste di scrittori e disegnatori (Olaf- Opere letterarie e Arti figurative) per una dei loro editori. Sfilano i figli di Modugno, Rossellini, Izzo. Il Purgatori di 100autori oltre a scrivere è apparso in Boris ed in Fascisti su Marte come camerata Fecchia. C’è il Presidente Anica Tozzi, la Bibi film di Barbagallo vicina al Sacher di Moretti, la Medolago Albani Presidente IsICult che fa ricerche educative per la Rai. C’è l’ideatore del Festival Inventa un Film a Latina. C’è l’Unsa della Uil, l’unica che somma scrittori ed artisti anche se questi ultimi per il diritto d’autore devono rivolgersi all’Imaie e non alla Siae. Le elezioni Siae saranno 10 distinte, una per autori ed una per editori delle rispettive 5 sezioni. Il ventaglio di opere dell’ingegno divise tra Musica, Lirica, Cinema, Opere letterarie e Arti figurative (Olaf), Drammatica Operette e Riviste (Dor), emana un qual certo odore d’Ottocento. Non a caso a fondare a Milano la Siae nel 1882, furono Verga, Carducci, Verdi, e Boito. Operette, lirica, le riviste delle donnine di Macario, le arti figurative liberty sono sempre lì. Chissà dove si collocano item più recenti come istallazioni, multimediale, perfomance, videoart, contaminazioni di transarte, tutte le correnti del rock e postrock.

Fra l’altro il Pubblico Registro del software istituito dal Dl.518/92 e da una direttiva europea del ’91, tutela anche il software, per il quale però non è stato considerato utile creare un settore. Resta una precisa distinzione tra autore ed editore che esclude l’interprete. Anche qui, sembra ignorato il personaggio nuovo della contemporaneità che produce anche se recita o scrive; il giornalista che intervista e riprende o il pittore che scolpisce se stesso disegnante, modello di convergenza professionale parallelo alle tante convergenze tecnologiche. E’ un voto singolare, in primis di stampo parasindacale, con la partecipazione in sordina dei sindacati ed in secondo luogo, bilaterale, per organi finali dove siederanno capitale e lavoro insieme. Una copartecipazione resa possibile dalla magia della particolarità della specificità del lavoro intellettuale; e soprattutto dal quiproquo istituzionale che ha posto quella che è un’associazione tra individui e categorie in un ruolo da agente fiscale. A lungo il bollino Siae ed i suoi agenti sono stati l’incubo di ogni momento, più o meno privato, più o meno collettivo, di ogni manifestazione culturale o festaiola. Insieme onlus ante litteam, istituto parapubblico e monopolista, funzionava per forza d’inerzia, incassando senza fatica sulla diffusione musicale delle radio e discoteche, senza migliorie nei servizi. Non è più così.

La Siae non ha più il monopolio, anzi si dibatte tra l’avanzare degli striscianti copyright e creative commons. Le sue stesse ragion d’essere, vecchie e nuove, cioè la protezione economica del diritto d’autore e dell’equo consumo sono sottoposti a pesanti interrogativi dalle trasformazioni del modo di produrre e di consumare. Solo i costi da parapubblico solo quelli di sempre. Mentre si urla che la cultura è di tutti anche di chi non ci mette un soldo, il rischio è che cadano le major, grandi in Italia, piccole nel mondo. In Germania la norma equipara violazione del diritto d'autore al furto, con 5 cinque anni di reclusione. In Francia la violazione del diritto d’autore su Internet costa una multa di €30; 3 anni di carcere per chi crea reti di condivisione P2p ma soprattutto l’esilio da Internet, il giudizio della Haute Autorité pour la Diffusion des Oeuvres et la Protection des Droits sur Internet (HadopiI). In Italia la normaticva è confusa: nel 2008 vennero esentati filmati e immagini sul web da ogni costo; tanti sono però i controllori che l’immancabile Giulietti, tanto per cambiare, invoca in schiera: Siae, Agcom ed Antitrust. Più che la cura, forse sono il problema.


di Giuseppe Mele