Quel precedente nella storia radicale

venerdì 22 febbraio 2013


Caro Direttore,

a fronte di una chiusura totale della politica verso la singolarità Radicale, Pannella ha fatto quello che dalla sua storia si poteva attendere: «usare le elezioni per far crescere la società e le coscienze». A sette anni dalla morte di Luca Coscioni, c'è un precedente che può tornare utile a chi considera questo momento difficilissimo dei Radicali, già come "dopo-storia": la campagna elettorale del 2001. Quel 13 maggio la Lista Bonino otteneva il 2,2%. Nessun eletto. Ma grazie alle elezioni del 2001, costosissime, in particolare perEmma Bonino che condusse un lungo sciopero della sete, la storia di Coscioni divenne di oltre cento premi Nobel e di centinaia di malati, medici e ricercatori. In un articolo pubblicato pochi giorni prima della disfatta, Marco Pannella rispondeva a chi annunciava caustiche previsioni: «Dopo questa campagna elettorale: 1) La condizione del malato sarà stata posta antropologicamente, culturalmente in mutazione, in rivoluzione. E saranno affrontati i connessi temi della terapia del dolore e dell'eutanasia; 2) La libertà e la responsabilità di ricerca scientifica sarà stata posta all'ordine del giorno del Paese». Quella sconfitta elettorale segnò l'irrompere di un nuovo indice di diritti civili e sociali. Il consenso popolare riscontrato attualmente nei sondaggi dalla proposta di eutanasia e dalle figure di Welby prima e di Englaro poi, ne sono il risultato. Così come le decisioni prese di recente dalla Corte europea dei diritti umani, grazie all'impegno dell’associazione che porta il nome di Coscioni e che continua a vivere. Oggi che si stenta a capire il valore di questa campagna elettorale, i Radicali con la “lista di scopo” hanno conquistato nuovi spazi e adesioni in favore dell'amnistia e della riforma della giustizia. Le parole reiterate di appoggio pronunciate da Berlusconi certificano non altro che il favore riscontrabile nell'opinione pubblica, conquistata in pochi mesi dalla campagna di Pannella. Di questa i Radicali dovranno farsi forte per continuare a premere nei confronti delle istituzioni e anche del prossimo Papa, definendo le forme organizzative opportune anche se fuori dal Parlamento.


di Simone Sapienza