Dapei, un liberale in Lombardia

venerdì 22 febbraio 2013


Bruno Dapei, presidente del Consiglio provinciale di Milano, candidato alla Regione Lombardia col PDL, a 44 anni si definisce “un vecchio liberale”.

Ho cominciato a meno di vent’anni in Gioventù liberale, innamorato di quei grandi valori, centralità della persona, libertà e sviluppo, che nel 1994 ho ritrovato in pieno in Forza Italia. Quella delle origini, dico, la Forza Italia di Silvio Berlusconi.

Perché questa precisazione?Quei valori si sono persi?

Sono ancora validissimi, come sanno bene i lettori dell’Opinione. Ma in troppi casi sono stati traditi dalle persone. Io ho scelto di candidarmi in Regione Lombardia per dire che c’è chi ci crede ancora. Noi non dobbiamo fare come la sinistra, che ha cambiato idea tante volte. Serve però un rinnovamento per dare nuovo slancio a idee che erano e restano sacrosante.

Classe dirigente inadeguata e gente sempre più lontana dalla politica.

E’ vero. Sono proprio queste le ragioni per cui ho deciso di mettermi in gioco. Se fossi soddisfatto di come vanno le cose, me ne starei tranquillo in poltrona. E’ la mia personale risposta all’antipolitica.

La Lombardia è una Regione chiave per la partita politica nazionale. Già spuntano nuove inchieste a carico della giunta uscente. Peseranno?

Non credo. Ormai i processi si celebrano solo sui giornali, il tempo di qualche giorno. Il doppiopesismo della magistratura è un fatto. Per anni ho guidato l’opposizione alla giunta rossa di Filippo Penati in Provincia di Milano. La mega inchiesta che lo vede inquisito su due filoni diversi, con capi di imputazione piuttosto pesanti, è nata per caso dalla Procura di Monza e se n’è avuto notizia solo dopo le elezioni in cui vinse Pisapia. Era luglio, politica e magistrati in vacanza. Lascio a lei giudicare.

Cos’ha fatto di concretamente liberale in politica? I liberali sono sempre stati una minoranza….

Penso alle infrastrutture, il mio pallino da sempre. Ricordo che andavo a prendermi i pomodori per spiegare alla gente l’importanza di una strada per la qualità della vita e dell’ambiente, contro l’ipocrisia dell’ambientalismo da salotto. In Provincia di Milano abbiamo con coraggio dato il via alle grandi opere che serviranno l’Expo 2015 e sconfitto il partito dei veti.

Altro esempio?

Le privatizzazioni. Anche lì, contro la politica poltronara che vuole sedersi nei cda, come Provincia di Milano abbiamo messo sul mercato tutte le nostre più importanti partecipazioni societarie.

Cosa porterà in Regione Lombardia?

Le mie battaglie per lo sviluppo convinto che si faccia non con gli incentivi ma alleggerendo la pressione fiscale e mettendo a dieta lo stato. Tagli alla spesa e alle tasse e più soldi in tasca a cittadini e imprese.


di Vladimiro Iuliano