giovedì 21 febbraio 2013
Mi chiedo spesso, anche se sono di parte, se il popolo emiliano-romagnolo, è quel popolo, al contempo determinato e pieno di fantasia, o dopo le gesta partigiane di soggetti non proprio molto raccomandabili quali certamente furono tanti comunisti passati alla storia per volere di Togliatti, quali eroi, ma in seguito rivelatisi volgari assassini con il vizio del brigantaggio, o quello ridotto dai comunisti, un tempo accaniti servitori del potere sovietico, a fare il tifo per Bersani, Vendola e compagnia varia. Ma ciò che maggiormente preoccupa è la comparsa di Prodi insieme a Bersani, sulla pubblica piazza, a certificare il catto comunismo che tanto danno ha cagionato all’Italia.
Al solo pensiero che Prodi possa salire al Colle a me vengono i brividi, e comprendo anche la reazione di D’Alema che, da comunista vero, rifiuta la candidatura. Inoltre la favola bella del rottamatore Renzi è magicamente sfumata nel nulla, posto che solo gli allocchi ed in Italia ce ne sino tanti, hanno creduto alle primarie quale esperimento democratico per designare il Premier ed i candidati del Pd. Non appena saputo il risultato, da sempre scontato, il giovane Renzi, che tanto entusiasmo aveva creato anche negli elettori dello schieramento opposto, si è reso conto di essere stato rottamato dall’apparato, ed obbediente è ritornato, come un cane che si era smarrito, nella sua tana. Peccato che la tana sia Firenze, una fra le più belle città del mondo (io la definisco un concentrato di bellezza) e che meriterebbe l’esaltazione di un Gran Duca. Purtroppo i tempi sono cambiati e di molto, ragione per la quale dobbiamo accontentaci del giovane Renzi che ama certamente la sua città ma che la governa seguendo i canoni rigidi del Partito al quale appartiene.
L’Italia certamente non gode allo stato del prestigio internazionale del quale ha sempre goduto, ma esclusivamente, per le soluzioni certo non democratiche che in determinati periodi storici, sono state adottate, con il concorso sia del Capo dello Stato, sia dei capi partito che della davvero grossa ingerenza di quei poteri denominati forti. Si nomina un soggetto, senatore a vita, e successivamente, previe dimissioni imposte o concordate con il premier scelto dagli elettori, lo si nomina premier con il compito di obbedire senza se e senza ma alle direttive europee, sfasciando così l’Italia i cui dati economici a sette giorni dal voto sono catastrofici, in ogni settore della vita pubblica e privata dei cittadini. Eppure, i cittadini frastornati dalle promesse elettorali, sono ancora indecisi, nonostante la davvero insopportabile spocchia del Prof Monti che chiama cialtrone Berlusconi e che invita i così detti “peones”a diffidare di Bersani e compagni che appartengono alla sinistra da lui sempre combattuta ma disponibile, dopo il voto, ad una alleanza di governo.
Di converso, lo si creda o non lo si creda, Berlusconi ha colpito nel segno ponendo al centro del suo programma, l’abolizione dell’odiata Imu, e la restituzione di quella pagata per la prima casa, nonché il davvero salutare per tutti capovolgimento del rapporto tra cittadino e stato, con Equitalia organizzata in modo da non vessare il cittadino con interessi e sanzioni varie, ma in modo tale da aiutare i cittadini a compiere il loro dovere fiscale. È davvero intollerabile in un paese normale che mille imprese al giorno chiudano i battenti e che innumerevoli imprese finiscono in fallimento per il fisco, o, quel che è peggio per non poter riscuotere i crediti vantati nei confronti della Pubblica amministrazione. In uno scenario simile come fanno i cittadini italiani - e gli emiliani e romagnoli in particolare - a votare Bersani, Vendola ed i democristiani Casini e Tabacci, aiutati magari dal comunista Ingroia e dall’ex fascistello Fini. Non ci credo, ma se mi dovessi sbagliare mi vergognerò davvero di essere italiano.
di Titta Sgromo