Lo spam vintage del Cavaliere

giovedì 21 febbraio 2013


È l’ennesimo imbroglio, è una truffa, è un reato doppio perché c’è anche la violazione della privacy, degli articoli 96 e 97 della legge elettorale anno 1957. È una bugia. Gli italiani dovrebbero sentirsi offesi. Prendete tutto questo per buono, non votate il centrodestra per l’attacco ai vostri diritti, cambiate canale quando vedete il Cav apparire in tv. Spegnetela la tv se preferite, oppure considerate busta e contenuto come una normalissima lettera pubblicitaria: righe di spam vintage. Queste sono le principali reazioni all’iniziativa promossa dal Popolo della Libertà per far conoscere capillarmente agli elettori il suo programma elettorale. La decisione viene presa il 3 febbraio a Milano da Silvio Berlusconi.

Nove milioni di copie sono il totale, un milione di euro è il costo dell’operazione. Il tema principe al centro della nota è la restituzione dell’Imu sulla prima casa tanto odiata dagli italiani e introdotta dal governo tecnico nell’ultimo anno. Nello scritto consegnato a domicilio vengono spiegate modalità e tempi per accedere al rimborso del pagamento effettuato nel 2012. Si legge che la somma da ricevere potrà essere riscossa tramite bonifico bancario o in contanti presso gli uffici postali del paese. Ma non sono questi dettagli che colpiscono in modo preponderante giornali e web. Poco importa che la proposta berlusconiana già offra ipotesi da cui carpire le risorse economiche necessarie per metterla in pratica. Ciò che conta per la maggior parte dei media è l’atto in sé. La sua legittimità giuridica. Chi propone l’iniziatica conta di trovare i fondi (4 miliardi di euro) da un accordo con la Svizzera per la tassazione delle attività finanziarie detenute in quel paese dai cittadini italiani. Giusto o sbagliato che sia questa è l’offerta.

Tuttavia partiti, militanti e politici di ogni colore contestano l’operazione senza controbattere nel merito. Le repliche al suono del postino di turno non sono politiche, ma giudiziarie o semplicemente vuote stroncature. Fa riflettere in particolare la decisione del candidato premier di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia. “Oggi verrà depositata una denuncia nei confronti di Berlusconi alla Procura di Roma”, afferma a margine di una manifestazione elettorale a Trapani, ribadendo la scelta del movimento di rivolgersi alla magistratura. “Lo stesso Berlusconi ha fornito la prova documentale del reato con la lettera intestata ''Avviso importante rimborso Imu 2012”. Secondo l’ex pm si ipotizzano i reati di voto di scambio e truffa elettorale. Immediata la condivisione dell’alleato Antonio Di Pietro: “In italiano la lettera sulla restituzione dell'Imu inviata da Silvio Berlusconi ai cittadini non si chiama propaganda elettorale ma truffa”. Gli ex uomini delle procure non sono gli unici che lamentano brogli, perché anche negli ambienti del Pd si moltiplicano stoccate. “Lauro portava pacchi di pasta, qui siamo all'imbroglio”, sostiene Pier Luigi Bersani.

“Se vinco per primo mando a casa gli imbroglioni, lui e la Lega”. Mentre per Rosy Bindi si tratta di una mossa disperata. In realtà, quelle elencate, sembrano le obiezioni di persone lontane anni luce dai nostri tempi. Dall’epoca di internet, della posta elettronica e di quella cartella contenuta in ogni casella postale creata appunto per contenere messaggi indesiderati. Se non fosse così in molti si renderebbero conto che ognuno di noi è sommerso ogni giorno da questo tipo di lettere. La loro fine è il macero, materiale distrutto ancor prima di venire letto dal destinatario. Quello di Berlusconi, escludendo gli elettori interessati, può essere al limite questo: posta sgradita. Spamming vintage, dal gusto un po’ retrò. Nulla di più. Nulla che non si possa cestinare.


di Michele Di Lollo