venerdì 11 gennaio 2013
Un intellettuale libero, un personaggio del mondo dello spettacolo amato da tutti, un grande liberale, un lottatore coraggioso, uno strenuo difensore dei diritti civili. “Un uomo perbene”, così come lo immortalò nel 1999 il regista Maurizio Zaccaro nella sua commovente pellicola dal titolo omonimo, interpretata da Michele Placido nel ruolo del protagonista. In due semplici parole: Enzo Tortora.
Ed è proprio a lui che il prestigioso Centro Culturale “Mario Pannunzio” di Torino ha scelto di intitolare il primo appuntamento del calendario di eventi del 2013. L’appuntamento è fissato per sabato 12 gennaio, alle 16.30 nella sala “Sergio Pininfarina” del Centro, in via Maria Vittoria 35H. Con la moderazione di Anna Ricotti, il magistrato e scrittore Paolo Borgna; l’ex deputato del Partito Radicale, Bruno Mellano; lo storico Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro "Pannunzio"; Francesca Scopelliti, compagna di Tortora; il presidente emerito della camera dei deputati Luciano Violante e l’avvocato Anna Chiusano ricorderanno la figura di Enzo Tortora nella ricorrenza dei venticinque anni dalla scomparsa del grande conduttore televisivo italiano e dei trent'anni dal suo clamoroso arresto.
«Il Centro “Pannunzio” apre l'anno nel nome di Tortora, a cui dedicheremo una particolare attenzione lungo tutto il corso del 2013» spiega il professor Quaglieni. L’importante centro culturale della Torino liberale ricorderà a tutto tondo la sua figura di giornalista e presentatore Rai, che si ritrovò ad essere vittima di un'accusa infamante, e di un processo che rappresentò un danno morale e fisico a Tortora e lo portò precocemente alla malattia e alla morte. Una pagina buia e triste della storia giudiziaria italiana, che finì col segnare lo spartiacque tra lo stato di diritto e la malagiustizia che di lì a pochi anni sarebbe sfociata nell’uso indiscriminato del pentitismo e degli eccessi illiberali di Mani Pulite. Tortora, liberale del Pli, eletto come indipendente nelle liste radicali al Parlamento Europeo, si dimise non appena venne condannato a dieci anni di carcere, dimostrando un'onestà e una trasparenza di straordinaria attualità.
Assolto con sentenza definitiva tornò sugli schermi della televisione di stato con la sua indimenticabile trasmissione “Portobello”. «Vogliamo ricordare innanzitutto la vittima della malagiustizia, ma anche il liberale anticonformista che fu licenziato per ben due volte dalla Rai» dice ancora Pier Franco Quaglieni. «Può sembrare scandaloso – prosegue il direttore del centro “Pannunzio” - ma salvo l'intervento pronto del suo primo difensore Alfredo Biondi, all'atto del suo arresto, Tortora fu lasciato solo dal partito liberale zanoniano di cui pure era consigliere nazionale».
di Luca Pautasso