martedì 8 gennaio 2013
«Anche a sinistra ci si deve abbassare alla casalinga di Voghera, cosa mi tocca fare...»: questo sarà stato, molto probabilmente, il Vendola-pensiero entrando negli studi di “UnoMattina”, oramai storico contenitore per tutti coloro i quali escono di casa presto e per le pensionate e i pensionati che, a causa dell'età, dormono poco ma soprattutto si svegliano presto. E così il governatore della Puglia deve rinunciare ai suoi soliti aulici toni retorici, proprio per arrivare alle masse mattiniere: il Pdl diventa «un horror, a volte ritornano». Mario Monti va allontanato dall'idea del cristallino professore severo ma pulito, perché è soltanto «chiuso nelle stanze del potere» come tanti altri. Il leader di Sel ce l'ha proprio con il Professore: «Taglio delle ali? Sì, quelle dei cacciabombardieri.
Tagliare le ali significa fare della politica una palude, facendo finta che ci sia una contesa per cui invece chiunque vinca, alla fine, vincono sempre quelli come Monti: la razza padrona». Il mostro-Monti è da esorcizzare, il premier sembra la vecchia Dc, Vendola sa che l'elettorato italiano di terza età o giù di lì è conservatore. È un elettorato che applica pedissequamente il detto “chi lascia la via vecchia per la nuova...”; e così allora non si parla di narrazioni, di immaginazione sognante, di un mondo migliore e di un futuro roseo fatto di pace ed equità sociale, dove tutti vivranno meglio in un paese più giusto e a misura d'uomo. Il governatore della Puglia parla un linguaggio terra-terra, per certi versi riutilizza la tattica del vecchio Berlusconi che agitava i fantasmi del comunismo, pur senza convincere ed apparendo un po' impacciato.
Per Vendola ora è il momento di decostruire gli avversari, portare dalla sua parte le casalinghe di “UnoMattina”: è come la pubblicità comparativa. Quelli sono il male, io sono il bene. Il leader di Sel si presenta come più “normale”, non solo in grado di parlare in modo complicato e a volte fumoso, ma anche presentabile come il vicino di casa affidabile, cui poter consegnare le chiavi di casa. E sceglie la strada dell'imitazione al ribasso: non programmi, ma annunci di apparentamento con Bersani (il ticket Monti-Bersani sarebbe una cosa «spaventosa» secondo lui), rassicurazioni sulla solidità e serietà della sinistra: «Dovere della sinistra è candidarsi per governare, non per testimoniare . C'è bisogno - insiste - non di un megafono per far sentire la voce del dolore di giovani e precari ma di una coalizione responsabile e credibile, che si proponga di cambiare il Paese». Insomma, basta col dolore dei giovani e dei precari, oggi bisogna rassicurare i pensionati e le casalinghe di “UnoMattina”, apparire calmi e affabili, come tutti gli altri, quasi rinnegando fonti attive del proprio elettorato. Evitando di parlare di se stessi, di sembrare se stessi, con buona pace dei suoi elettori sconfitti, almeno per una mattina, dal rumore delle pulizie post-natalizie.
di Enrico Strina