Con Monti per l’Italia (anzi, l’Europa)

sabato 5 gennaio 2013


Pare, non ne siamo ancora certi, che il Professore, dopo una notte insonne, abbia deciso di chiamare il suo movimento “Con Monti per l’Italia”. Al posto suo l’avrei chiamato, per dimostrare un minimo di onestà intellettuale, “Con Monti per l’Europa”. L’Italia per Monti non è altro che il paese dove è nato, per responsabilità oggettiva dei suoi genitori. Il debito pubblico accumulato in cento anni di assistenzialismo cattocomunista, aveva bisogno di una raddrizzata per consentire alla nostra amata Italia di rimanere ancorata all’Europa della Merkel ed alla Francia prima di Sarkozy, ed ora del Socialista Holland. Poco importava tartassare gli Italiani con balzelli pesanti e, quel che peggio, strutturali. Dopo le dimissioni imposte a Berlusconi dal duo Napolitano-Monti, regia del cerimoniere Gianni Letta, il professore un giorno si e pure l’altro, assistito dalla stampa di regime, così profetizzava: “Finiremo come la Grecia, la Spagna, il Portogallo se non dimostreremo alla Merkel che l’Italia è pronta a gravarsi di enormi sacrifici pur di non uscire dal consesso Europeo e dall’Euro”.

Il Professore ci ha quindi salvati dal baratro, assicurando alle banche, con la pancia piena di Bot e Cct, nonché di titoli tossici provenienti indovinate da dove dalla Germania e dagli Stati uniti d’America, protezione monetaria, attraverso la Bce di Mario Draghi. Noi Italiani siamo grati al Professore per i sacrifici che stiamo continuando a fare, ma l’Italia, per essere salvata ha bisogno di riforme, importanti a cominciare dalla Costituzione ormai vetusta. Abbiamo altresì bisogno di politiche liberali che rilancino attraverso l’impresa, quella sana e propositiva ,l’economia, non certamente della politica montiana che di liberale ha ben poco, essendo l’unico scopo del Professore salvare la sua economia, quella di Montezemolo, e quella democristiana di Casini che parla pronunciando il verbo di Caltagirone, suo suocero e si aggrappa all’unica ancora di salvezza per non scomparire dalla scena.

Quante responsabilità ha Berlusconi per aver dato fiducia a personaggi quali Casini e Fini, il cui unico interesse è quello personale. Le responsabilità di Berlusconi sono quasi identiche a quella unica responsabilità ma enorme che ha Corrado Carnevale, che, presiedendo il concorso per gli uditori giudiziari ha consentito l’immissione nella magistratura di Di Pietro, con la conseguenze che tutti gli Italiani conoscono. Il Cavaliere, deve ricordarsi del 1994 e del Predellino, cercando di non dare retta ai tanti personaggi dei quali si è circondato, che dovrebbero scomparire dalla scena politica, non fosse altro che per la loro conclamata inutilità al progetto che il Cavaliere intende ancora una volta perseguire. Pare che il Vaticano abbia fatto marcia indietro una volta resosi conto della inconsistenza elettorale del Professore, ma al posto del Cavaliere starei molto attento ai messaggi spesso ingannevoli delle varie Curie che mistificano il messaggio cristiano accomunandolo alla dottrina falsa ed ingannevole del catto comunismo.

La carità, la solidarietà, con chi è stato meno fortunato di noi, la si dimostra quotidianamente attraverso le opere di bene che ciascuno di noi compie, non con gli slogan spesso ingannevoli e minacciosi di chi predica il Vangelo, senza mai praticare i grandissimi insegnamenti nello stesso contenuti. Infine, da giurista quale sono, non posso nascondere la mia forte preoccupazione per l’esercizio della giurisdizione ormai tanto lento da renderlo inutile ed inefficace e fondamentalmente privo di quella dote, la imparzialità, che fa si che il comico Grillo possa offendere chiunque impunemente, giovandosi della sua etichetta di tribuno che istiga le folle contro persone dotte e preparate che hanno, per esempio sul nucleare un pensiero diverso dal suo, ammesso che lui stesso abbia un pensiero ben definito.

Immaginate per un attimo se dalle urne dovessero uscire tanti Di Pietro, la indispensabile riforma dell’ordinamento giudiziario non vedrebbe mai la luce. con le disastrose conseguenze che dovrebbero conoscere tutti gli Italiani, anche coloro che si accingono a votare i vari Ingroia, Grasso, De Magistris e chi più ne ha più ne metta. La battaglia è certamente dura ed ardua ma con l’entusiasmo e l’onestà intellettuale delle tante persone per bene che vivono nella nostra amata Italia può essere vinta.


di Titta Sgromo