I Radicali ricorrono all’Europa

sabato 29 dicembre 2012


Un intero dossier sul “caso Italia” compilato e spedito perchè se ne occupi il Consiglio d’Europa. A poche settimane dalle elezioni, con le regole sulla raccolta delle firme ancora incerte, con un premier che scende in campo “last minute” e che si pone in conflitto di interessi rispetto al testo che dovrebbe essere varato in regime di prorogatio e con il Quirinale ormai incartato su questo Frankenstein di governo e di presidente del consiglio tecnici, entrambi fuggiti dal laboratorio della politica, i radicali italiani si giocano la carta Ocse ed Europa per denunciare l’illegalità “caciarona” e prepotente della mancanza di regole. Secondo la ratio dell’esposto, «a poche settimane dal voto per le elezioni politiche e regionali l’intero procedimento elettorale è connotato dall’assenza delle condizioni minime di democraticità, con la violazione sistematica delle leggi poste a garanzia della regolarità del processo elettorale: dal sistema di voto alle modalità di accesso alle elezioni sino alla campagna elettorale vera e propria».

La violazione della legalità italiana e internazionale (la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, gli impegni Osce di Copenhagen in materia di elezioni democratiche, il Codice di buona condotta in materia elettorale elaborato dalla Commissione di Venezia, fatto proprio dal Consiglio d’Europa e dalle sentenze della Corte europea di Strasburgo) ha determinato il mancato rispetto del principio di stabilità del diritto elettorale, del suffragio universale, eguale e libero, della parità di condizioni tra le forze politiche nella competizione elettorale, della non discriminazione nell’accesso ai media da parte dei candidati. Si badi bene che queste non sono lotte esclusivamente radicali nè vexatae queastiones catalogabili sotto la categoria dello spirito dei “soliti radicali rompipalle”. Recentemente e con svariati editoriali sul Giornale d’Italia anche la Destra di Francesco Storace ha sollevato il problema delle firme e della mancanza di regole. Se poi a questo si aggiunge il vero e proprio casino che sta avvenendo in tv nei talk show con l’accesso in video garantito solamente a chi sta simpatico all’anchorman di turno, la cosa comincia ad assumere la gravità più preoccupante.

Sempre i radicali denunciano la soppressione ormai pluriennale delle tribune parlamentarie politiche che garantivano non tanto la par condicio che è ormai espressione odiosa e sinonimo di ipocrisia, quanto la parità di accesso, sia pure in orari assurdi, a tutte le forze politiche. Con il pretesto dell’audience però, di fatto i vari Vespa e Floris e quant’altri, promuovono in tv solo chi decidono loro. E vendono ‘sta cosa come scelta editoriale e quindi addirittura come libertà di stampa e di espressione. Una vera e propria truffa secondo l’esposto radicale al Consiglio d’Europa in cui si chiedono anche osservatori internazionali per delle elezioni che comportano gli stessi rischi, anche senza i fratelli mussulmani (noi dobbiamo accontentarci di quelli d’Italia), già constatati nelle consultazioni referendarie in Egitto.

Così “in virtù delle gravi violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e degli impegni sottoscritti dall’Italia in sede Osce in materia di elezioni democratiche, con particolare riferimento al diritto a libere elezioni garantito all’articolo 3 del Protocollo 1 e alla libertà di espressione di cui all’articolo 10 della Convenzione, nonché dei paragrafi 7.6 e 7.8 degli impegni Osce di Copenhagen del 1990, Marco Pannella (presidente dell’Associazione politica nazionale Lista Marco Pannella), Mario Staderini (segretario di Radicali italiani), Maurizio Turco (tesoriere del Partito Radicale), hanno inviato il su citato dettagliato dossier, con richiesta di intervento urgente”. In particolare sono stati chiamati in causa il Segretario generale del Consiglio d’Europa (chiedendo avvio indagine ai sensi dell’articolo 52 della Convenzione), il Commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa e il Direttore dell’Ufficio Democrazia e Diritti Umani dell’Osce (Odhir). Magari qualcuno su queste iniziative farà ironia e persino sarcasmo. Tuttavia l’Italia, pluripregiudicato già conosciuto che si aggira impunito per l’Europa nonostante tutte le malefatte compiute e le condanne subite per la mala giustizia e per la gestione delle carceri, fa emergere, sui diritti civili ed elettorali dei cittadini, uno spread, questo sì incolmabile da qualsivoglia governo. Tecnico e non. E ciò rispetto ai canoni di un qualsivoglia paese del vecchio continente.


di Dimitri Buffa