Primarie Pd, guerra di spot e manifesti

sabato 1 dicembre 2012


Primarie Pd, c’è odore di ballottaggi. Nelle ultime ore è scoppiato il putiferio intorno alla pagina di giornale acquistata dai renziani per invitare gli elettori a registrarsi tramite il sito ad hoc www.domenicavoto.it. Pubblicità apparentemente neutra, ma riconducibile alla fondazione Big Bang e che per questo ha fatto infuriare l’establishment democratico. Su Twitter è stata subito guerra, con gli staff dei due candidati a darsele di santa ragione. Poi ecco l’esposto dei comitati di Bersani, Vendola, Tabacci e Puppato contro uno spot «ingannevole», in quanto «palesemente riconducibile al candidato Matteo Renzi» che, pertanto, «sta tentando artatamente di modificare in maniera consistente la base elettorale dei votanti per il turno di ballottaggio». 

Sorvolando su quanto dettato dal regolamento circa le modalità di voto per il secondo turno, nelle ultime ore è tornato d’attualità il divieto «ai candidati e ai loro sostenitori di ricorrere a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento, come, ad esempio spot su radio, televisioni, giornali, internet o affitto di spazi su cartelloni pubblicitari». E se nei giorni scorsi giravano voci su alcune presunte scorrettezze da parte di Renzi e Bersani proprio sul terreno degli spot, oggi il caso si allarga fino ad oltrepassare la vituperata pagina di giornale acquistata dalla banda dei rottamatori.

Da lunedì, girando per Roma, automobilisti e pedoni si sono imbattuti in un massiccio dispiegamento di manifesti. Si trovano ovunque, nei tunnel della tangenziale e negli stradoni di Montesacro. Sulla Tiburtina e dalle parti della Nomentana. La Capitale è tappezzata di cartelloni recanti il solito mantra: «Domenica 2 dicembre tutti a votare Bersani per cambiare l’Italia», firmato “Tutti per Bersani”, comitato guidato da Tommaso Giuntella e Alessandra Moretti a sostegno della campagna di Bersani 2013. Decine? No, migliaia. Il bombardamento, come sempre, è avvenuto nella notte e nelle prime ore del mattino. Molte pezze sono lì, sovrapposte l’un l’altra come le più classiche delle affissioni abusive. Altre ancora riempiono ogni pertugio, dalle lamiere dei cantieri della metropolitana agli spazi pubblicitari sui marciapiedi. I romani se ne sono accorti da alcuni giorni, tanto che già mercoledì la pagina Facebook “Roma fa schifo” (dedita alle segnalazioni di decoro urbano) stigmatizzava il fattaccio. Ora la vicenda oltrepassa il territorio capitolino, scomodando la rabbia dei tifosi renziani e non solo. Perché va bene che non siano ammesse le inserzioni a pagamento, ma come la mettiamo, caro Bersani, con le affissioni abusive?


di Marco Fattorini