Il ruolo dominante della televisione

sabato 10 novembre 2012


Che differenza c’è tra “ascolti” e “ascoltatori”? E’ importante capirne la differenza per cogliere ciò che sta accadendo all’informazione televisiva italiana. Quando si parla del numero di “ascoltatori” di un programma televisivo, si fa riferimento al numero di utenti che hanno visto la trasmissione in un determinato giorno, o al numero totale degli ascoltatori di quel programma. Questo significa che se lo stesso utente ascolta ripetute volte la medesima trasmissione, verrà conteggiato solo la prima volta in cui si collega, vale a dire solo una, cioè conteggia esclusivamente gli ascoltatori per così dire “unici”. Il numero riportato dall’indice degli ascolti, invece, non esprime questa differenza: se lo stesso utente ascolta più volte lo stesso programma viene tracciato tutte le volte che si collega e questo perché il numero dato dagli “ascolti” indica il totale delle sessioni d’ascolto. A tal proposito, nell’ultimo anno, se si fa la somma di tutte le trasmissioni Rai, Mediaset e La7, gli “ascolti” consentiti ai cittadini per conoscere e vedere in tv gli esponenti Radicali sono stati appena lo 0,8% del totale. In parole povere, si è trattato di 94 milioni di “ascolti” su oltre 11 miliardi complessivi. In altri termini, ai Radicali sono state concesse meno di 10 ore di tempo di parola su 813 ore totali. Questi dati sono forniti dal “Centro di Ascolto per l’informazione radiotelevisiva”, un importante istituto italiano che svolge un accurato servizio di monitoraggio dei programmi e dei notiziari televisivi e radiofonici. Il suo direttore, Gianni Betto, trascorre molto del suo tempo a studiare, raccogliere e monitorare la qualità e la quantità degli ascolti nei Tg, nei programmi di approfondimento e nei talk show. Un lavoro meticoloso che permette ai Radicali di poter avere il maggior numero di elementi e cifre per meglio comprendere il rapporto che può esserci e che esiste tra l’offerta televisiva e l’impatto con gli spettatori, tra la circolazione delle idee e il bavaglio dei mass-media o le scelte editoriali che favoriscono, a seconda del periodo, l’uno o l’altro attore politico, sia esso un partito o un leader o un movimento. Secondo i più recenti dati raccolti in un anno di lavoro, cioè dall’ottobre 2011 all’ottobre 2012, gli “ascolti” totali disponibili, per quanto riguarda i Tg, sono stati complessivamente di circa 48 miliardi. A fronte di ciò, si è quindi calcolato che, nei Tg dell’ultimo anno, gli “ascolti” che sono stati consentiti ai cittadini, almeno per quanto concerne i Radicali, sono stati appena 473 milioni, pari all’1 per cento del totale. È semplicemente un miracolo se i Radicali, nei più vari sondaggi demoscopici, riescano ancora a mantenere un consenso superiore a quello voluto e imposto dalla telecrazia dell’attuale regime illiberale e anti-democratico. Qualche curiosità: tra gli esponenti politici, nell’ultimo anno, Pierferdinando Casini è il leader che ha potuto informare il maggior numero di cittadini e con più continuità. Si tratta di ben 3 miliardi di “ascolti” incentrati sulla sua sola persona, pari allo 7,4% del totale. A Casini segue il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, con 2,8 miliardi di ascolti (cioè, il 6,3%) e, subito dopo, troviamo Angelino Alfano con 2,2 miliardi di ascolti (cioè, il 6%). Si tenga conto che, in questa classifica, Marco Pannella, per ascolti, è soltanto al 55° posto, in pratica 1/20 degli ascolti di Bersani, 1/19 degli ascolti di Alfano, 1/15 degli ascolti di Antonio Di Pietro. Questo accade anche perché Pannella e i Radicali, quando passano in tv, quelle rare volte in cui succede, avviene quasi sempre durante fasce di ascolto generalmente basse. In pratica, in questo ultimo anno, i Radicali hanno potuto parlare, per il 60% del tempo loro concesso, in trasmissioni con ascolti inferiori a 500mila, soltanto per il 25% del tempo sono stati presenti in trasmissioni con ascolti inferiori al milione e solamente per il 17% del tempo sono passati in trasmissioni con ascolti più alti e che, comunque, erano sempre inferiori ai 3 milioni di ascolti. Quasi mai al di sopra di questa cifra, ovvero: soltanto lo 0,3% del tempo i Radicali sono stati presenti in trasmissioni di massimo ascolto, cioè con ascolti superiori ai 3 milioni. Il primo nome Radicale in ordine di ascolti delle trasmissioni Rai, Mediaset e la7 è quello della deputata Rita Bernardini, al 94esimo posto con 27milioni di ascolti. Al 120° posto troviamo Mario Staderini, 167esima Emma Bonino, Marco Pannella al 401° posto! Bisognerà parlarne ancora.


di Pier Paolo Segneri