Al Pdl servono le primarie

martedì 23 ottobre 2012


Nel centrosinistra regna il caos e, complici le polemiche sulle primarie, sembra proprio che Bersani abbia perso la bussola. E se il Pd è alla deriva, di contro il Pdl è tutto sotto coperta ad attendere la fine del fortunale politico. «A breve presenterò una squadra con elementi politici di grande livello - afferma Angelino Alfano (segretario Pdl, Angelino Alfano) - che andranno a rafforzare al meglio i nostri territori sia a livello nazionale che locale. Rifiutiamo le etichette - aggiunge ancora - ed impediremo che ci sia una rilettura di questi anni di Berlusconi con la cronaca nera e la cronaca rosa».

Il Pdl s’è dimostrato unito e, tranne qualche “rottamatore”, l’intera classe dirigente ben si guarda dal chiedere azzeramenti d’incarichi e cambi di poltrone. Alfano ha scommesso sul fatto che porterà il partito unito fino ad elezioni. «Sono d’accordo con il presidente del Senato, sulla costituente dei moderati come luogo dove far emergere i contenuti», afferma Angelino Alfano, per dire che nel Pdl sono ben accette le proposte alla Renato Schifani (sta lavorando alla costituente dei moderati), mentre non trovano ascolto le velleità di chi vorrebbe riformare dal basso la classe dirigente, utilizzando le primarie per attentare alle poltrone di comando del partito. «Se dovesse venir meno l’ipotesi di una candidatura di Berlusconi, allora rivivrebbe l’idea delle primarie, come metodo per scegliere il candidato alla premiership», afferma il segretario del Pdl, conscio che solo la non presenza di Berlusconi giustificherebbe una sorta d’ubriacatura democratica e, conseguentemente, l’apertura del Pdl alla base. «I moderati sono alla ricerca di un nuovo destino, so per certo che il protagonista di questi anni, Silvio Berlusconi, ha detto che per favorire questa ricomposizione è disponibile a non ricandidarsi, se questo favorisce l’area dei moderati. Noi chiediamo ai leader dell’area moderata la stessa visione appassionata e generosa: ci sono due modi per far vincere la sinistra, votarli oppure separare i moderati; noi abbiamo in mente di far vincere l’area alternativa alla sinistra», afferma il segretario Alfano, evitando di fornire troppi particolari. Infatti la non ricandidatura di Berlusconi non è ancora certa ed i sondaggi contro il Cavaliere sembrerebbero montati ad arte per distogliere l’attenzione dell’elettorato dallo scontro interno al Pd. «La scelta è tra due opzioni: o scende in campo Silvio Berlusconi o Alfano convoca le primarie; stiamo segnando il passo e lo stallo determina una situazione negativa», precisa il Fabrizio Cicchitto (capogruppo del Pdl alla Camera), che intanto presenta il manifesto dei LibLab (elaborato da Cicchitto, Renato Brunetta, Stefano Caldoro, Giuliano Cazzola e Francesco Colucci: tutti riconducibili all’area socialista e riformista del Pdl). «Alfano - ha puntualizzato Cicchitto - deve dare uno scossone al partito e scendere in campo per le primarie. L’alternativa è un impegno in prima persona di Berlusconi. Entrambe le opzioni ci troverebbero concordi. Quello che ci trova in dissenso è, invece, la mancanza di scelte». A conti fatti nel Pdl si contano sulle dita d’una mano coloro che desiderano le primarie e la rottamazione della classe dirigente: non rientra nella tradizione del centrodestra cambiare il vertice con sommovimenti della base. L’elettorato del Pdl predilige politici di lungo corso, affidabili e votabili proprio perché da decenni in aule, giunte e consigli. E non dimentichiamo che l’elettorato di centrodestra poco gradirebbe l’onere di doversi recare alle urne per le primarie, considerando già gravoso il dover votare alle politiche: non dimentichiamo che la maggior parte degli elettori di centrodestra diserta le urne nel ballottaggi. Infatti il centrosinistra ha sempre vinto quando la tornata elettorale si risolveva col ballottaggio.

E la voglia di tornare ad An? Anche questa ha tutta l’aria dell’invenzione giornalistica. I notabili dell’ex An oggi nel Pdl non sembra intendano ristrutturare la vecchia casetta, ormai resa inagibile dagli abusi di Fini (l’inquilino che l’ha resa invisa all’elettorato). Piuttosto è nell’area ex An che si concentrano i nostalgici di Berlusconi, quelli che vorrebbero un suo nuovo impegno in prima persona. «Io non sono pentito di aver dato vita al Pdl e non ho intenzione di fare nuovi partiti - afferma a Altero Matteoli (Pdl) in merito al dibattito interno. Poi, se il partito vuole cambiare nome, sono d’accordo, tuttavia se si dovesse ripristinare An sarebbe una iattura. Dentro al Pdl voglio contribuire affinché ci siano le condizioni per continuare, e invito chi arriva da Fi e An a lavorare per il partito unico che io vedo ancora come soluzione vincente». Sulle voci che vorrebbero la creazione di un direttorio, da porre alla guida dei cambiamenti del partito, Matteoli commenta laconicamente: «Se si vuole dar vita a qualcosa che faccia funzionare meglio il partito sono favorevole. Credo che Alfano abbia lavorato bene, non gli si può rimproverare nulla. Sono certo che se Alfano dovesse prendere scelte importanti per il Pdl lo farà d’accordo con il presidente Berlusconi». Così la bufera in casa Pd, il confronto tra Renzi e Bersani, crea tepore tra Alfano e Casini: il “volo del dialogo” ha fatto scalo in Sicilia, dove i due leader sono giunti insieme per fare campagna elettorale. Significa che, anche se Casini parteggia per Rosario Crocetta ed Alfano per Nello Musumeci, dopo le regionali comunque ci saranno intese moderate tra Udc e Pdl.

«Si sono incontrati in aereo», conferma il coordinatore del Pdl in Sicilia (Giuseppe Castiglione). Intanto negli ambienti politici dell’isola circolano voci di presunti contatti di Casini anche con Nello Musumeci (candidato governatore sostenuto da Pdl, Pid e la Destra). E’ evidente l’alzata dei toni su primarie e rottamazioni funga da catalizzatore per le intese tra moderati, che in politica incarnano il «quieto vivere italiano» per decenni al centro della politica andreottiana e democristiana in genere. Così, almeno per il Pdl, una rigenerata presenza berlusconiana si dimostra, e per l’ennesima volta, l’unica strada per sconfiggere grillini e rottamatori.


di Ruggiero Capone