«Trasparenza, o verremo travolti»

sabato 13 ottobre 2012


«Non ci saranno scossoni, la settimana prossima approveremo il testo in Aula». Dopo la conclusione della discussione in Commissione, Maria Elisabetta Casellati, ex sottosegretario alla Giustizia e senatrice del Pdl, mostra ottimismo. «Probabilmente il Senato apporterà qualche modifica al testo, ma saranno marginali» conferma l’esponente azzurra. Che confida nella brevità di tempi per un’approvazione definitiva: «Una volta tornato a Montecitorio, l’auspicio è che il provvedimento possa essere approvato entro la fine dell’anno».

Lei usa toni concilianti , ma per settimane sul Pdl sono piovute critiche. Non eravate voi quelli contrari all’articolato?
Su questo tema c’è stata molta strumentalizzazione. Occorre sempre ricordare che stiamo parlando di un testo governativo, il cui primo firmatario è Angelino Alfano, ai tempi in cui era Guardasigilli. La norma è stata fortemente voluta dal Popolo della libertà.

Non eravate contrari dunque?
C’è stata una discussione, determinata da questioni tecniche. Quando si va a ritoccare la normativa contenuta nel codice penale, gli aggiustamenti, così come l’introduzione di nuovi reati, devono essere di sistema. Gli appunti che abbiamo mosso vertevano esclusivamente su questo.

C’è stata anche una decisa spinta popolare perché la norma andasse in porto.
Abbiamo bisogno di una normativa contro la corruzione. I dati che abbiamo di questi ultimi anni sono raccapriccianti. La politica deve essere come una casa di vetro, e non deve lasciare spazio alcuno agli atteggiamenti di corruttela.

È stato risolto anche il nodo della corruzione fra privati, che aveva destato più d’una perplessità?
Avevamo chiesto che questa fattispecie di reato fosse perseguibile a querela di parte, e non d’ufficio. Il compromesso raggiunto stabilisce che sia così, fatte salve ragioni particolari.

Cosa vi preoccupava?
Le faccio un esempio. Se un imprenditore scopre che un dipendente che lavora per lui si è reso protagonista di atti di corruzione, può essere suo interesse denunciarlo, ma potrebbe decidere di procedere con provvedimenti aziendali per tutelare il buon nome della propria azienda. Quando abbiamo avanzato dubbi non volevamo tutelare malfattori, ma quelle società già pesantemente danneggiate da possibili problemi di immagine e quindi da ulteriori danni economici.

E il compromesso raggiunto…
È stato buono.

Dunque, voterete compatti in Aula?
Questa è la linea del partito. Se ci saranno posizioni di dissenso, questo fa parte del sistema democratico.

Non vi preoccupa il dilagare di episodi di corruzione anche fra i politici? Si respira un’aria da Mani Pulite.
A mio avviso c’è una differenza sostanziale. Allora la malversazione faceva parte di un perverso sistema dei partiti. Oggi il fenomeno per certi versi è ancor più grave, perché riguarda tentacolarmente singoli esponenti politici. Si agisce per tornaconto personale e quindi l’appartenenza partitica non conta più, se non perché, come abbiamo visto nei recenti episodi di cronaca, gli schizzi di fango coinvolgono tutti anche quelli che lavorano con onestà e per passione. Noi non faremo sconti da responsabilità a chicchessia.

Non intravede un sistema preciso dietro il moltiplicarsi di casi del genere negli ultimi mesi?
Credo che gli accertamenti, che hanno coinvolto varie persone di tutti i partiti sulla gestione dei fondi, abbiano richiesto approfondimenti che in precedenza non erano mai stati fatti. A questo punto bisogna porsi il problema di come si seleziona la classe dirigente.

Basterà per arginare l’onda dell’antipolitica?
Dobbiamo darci una parola d’ordine: trasparenza. Che passa sì per una revisione delle normative, ma che deve essere affiancata da una evoluzione culturale. L’elemento repressivo ci deve essere, ma va affiancato alla prevenzione. 

Gli ultimi scandali hanno accelerato il processo di trasformazione del Pdl?
Noi dobbiamo tornare a parlare di programmi, più che di liste e di contenitori. Perché anche le soluzioni saranno più facili da trovare se stabiliamo la direzione verso la quale dirigerci.

Molti parlano di recuperare e aggiornare il programma che fu di Forza Italia.
La mia esperienza politica nasce con Fi, eravamo in un momento per molti versi magico. Su quella spinta molte cose le abbiamo cambiate. Molte altre le dovremo cambiare, proseguendo su quella strada.

Quindi una lista che si richiamasse a quella del ’94…
La vedrei di buon occhio.


di Pietro Salvatori