Supermario è un grande bluff

domenica 7 ottobre 2012


L’alias di Monti? Casini. È lui il ventriloquo (con la voce di un Pierferdy, il quale intende rispedire il Mario a Palazzo Chigi, per insediarsi lui stesso al Quirinale) che tiene sulla destra il guanto animato con il volto di Monti. Solo nel regno fantastico di “Super-Mario” (oddio, come sono infantili i miei illustri colleghi... Leggono ancora, forse, Nembo Kid nel bagno di casa loro?), infatti, si possono concepire un mare di riforme-non riforme, destinate a durare il tempo necessario per godersi quei bagni di folla, riservati alle celebrità internazionali, che fanno audience a Bruxelles, come a New York. Solo che tutti, finalmente, si sono accorti del trucco.

Vuoi fingere di essere un Grande Riformatore? Semplice: per assicurarti il paradiso in terra, fatti approvare da un parlamento tremebondo (paralizzato al suo interno dalle lotte di potere e da una buona dose di incompetenza diffusa...) grandi leggi di riforma che necessitano di una marea di norme secondarie per la loro attuazione (affidate a una casta formidabile di burocrati-affossatori, tra cui spiccano le magistrature amministrative, la Corte Costituzionale, etc.), e dormirai sonni tranquilli, tanto non sarà mai colpa tua. Nel frattempo, i mercati e gli speculatori internazionali ti continueranno a stendere un tappeto rosso, perché, al di fuori di te, nessuno è in grado di fare meglio.

Allora, andiamoli a vedere i grandi trucchi. Il primo, abissale, è quello di non aver tirato fuori i conti veri, sui costi folli che sono stati, negli anni, imputati al povero contribuente, a causa della moltiplicazione delle burocrazie locali, con particolare riferimento a Comuni, Regioni e Province. Bastava calcolare (a seguito della demenziale riforma del Titolo V), a consuntivo, dopo quasi un decennio trascorso, il deficit complessivo dei costi aggiuntivi, dovuti al decentramento delle funzioni alle Regioni -“senza” che vi sia stato un solo trasferimento di risorse in organico dallo Stato alle Regioni stesse-, al netto dei vantaggi ottenuti con la realizzazione dei servizi di prossimità.. C’è qualcuno che calcola lo “sballo” vicino ai cento miliardi.

E nessuno che parli, invece, dell’accorpamento degli 8.000 comuni, che fanno tutto, in pratica, senza poterselo permettere, grazie alle risorse trasferite dallo Stato. Bastava che l’attuale governo fissasse, a livello nazionale, uguali per tutti, gli standard di prestazione dei servizi pubblici. Vuoi i rubinetti d’oro? Fatteli pagare dai tuoi contribuenti. Io (Stato) ti garantisco le risorse per distribuire l’acqua a un costo fissato per metro cubo, in funzione di determinate caratteristiche geo-morfologiche del tuo territorio e del quadro demografico. Altra immensa fregatura: nessun provvedimento taglia-caste. La corruzione non c’entra un beneamato nulla con l’inefficienza, l’ottusità, l’arretratezza e la vischiosità delle procedure burocratiche e dei burocrati.

Tutto sembra fatto apposta per nutrire una massa sterminata di avvocati, dentro e fuori la pubblica amministrazione, che usano i Tar come arieti, facendo durare un’eternità gli appalti pubblici, regolati da leggi complicatissime, pensate per impedire la corruzione che, invece, continua a dilagare alla grande, come ammette la stessa Corte dei Conti, il cui controllo a posteriori non ha mai ostacolato gli arricchimenti illeciti multimiliardari. La sanità regionale, come sappiamo benissimo, è una fucina di innominabili interessi pubblico-privati, causa di immensi sprechi, ai quali nessuno, in fondo, intende porre rimedio.

Presidente Monti: dov’è un unico centro di acquisti, a livello nazionale che, tenuto conto del fabbisogno medio annuo, faccia la “spesa” per tutti (acquistando, virtualmente, apparecchiature, beni e prodotti di largo consumo, etc.), prendendo accordi con la grande distribuzione? Ancora: quando si decapita in un colpo solo tutta l’alta e media dirigenza pubblica, mettendo al loro posto manager di comprovata capacità, quest’ultima da verificare, che so, attraverso un’Autorità esterna, sul modello delle certificazioni Iso?

E perché non individuare Albi professionali, con accesso sia dall’interno che dall’esterno della pubblica amministrazione, ai quali possono iscriversi tutti coloro che ne hanno i requisiti, previa selezione di accesso e verifica periodica del mantenimento dei requisiti stessi? Basterebbe assegnare a ogni iscritto un punteggio “oggettivo”, in base ai titoli posseduti e alle esperienze pregresse, imponendo alle pubbliche amministrazioni di reclutare i dirigenti di cui hanno bisogno in base alle graduatorie degli Albi stessi, scorrendole dall’alto verso il basso.

E, poi, dulcis in fundo, perché non gettiamo a mare i Tar e mettiamo al loro posto gente seria, con il potere di sanzionare la disorganizzazione degli uffici pubblici e gli sprechi, “multando” i dirigenti e licenziando gli incapaci? Presidente Monti, ma come è sconsolatamente.. “piatto” Lei.


di Maurizio Bonanni