mercoledì 26 settembre 2012
Non sappiamo se corrisponda a verità quanto dichiarato alla stampa dall’ex capogruppo del Pdl al consiglio regionale del Lazio, Franco Fiorito, quando ha fatto pubblicamente sapere che «Lidia Nobili era diventa una vicenda umana, mi perseguitava per chiedermi soldi, più di quanti gliene spettassero. A fine mese mi presentava a piè di liste fatture da decine di migliaia di euro della società Lallaria srl». Vogliamo credere che la consigliera pidiellina eletta a Rieti non abbia compiuto alcun atto al di fuori della legge: sarà la magistratura, che ha sequestrato tutti i conti dei consiglieri regionali del partito di Berlusconi, a decidere se determinati comportamenti siano o meno restati nell’ambito della legalità.
Il caso della professoressa Nobili, dirigente scolastica attualmente in aspettativa, ha però anche risvolti di etica politico-amministrativa. Lidia Nobili, infatti, è anche consigliere comunale e membro di tre commissioni. La stessa dottoressa Nobili è anche consigliere provinciale. Non solo, ma siede anche in quattro commissioni. In Regione, la stakanovista consigliera azzurra è vicepresidente della Commissione Sanità e membro di altre due commissioni ancora.
Possibile mai che il Pdl reatino non abbia avuto nessuno da presentare in lista pur di alleviare le così numerose fatiche istituzionali della professoressa? Ed è possibile mai che, almeno una volta entrata in consiglio regionale, all’interessata non sia venuto neppure in mente (appunto per etica politico-amministrativa) di cedere il passo (e lo scranno) ai primi dei non eletti al Comune e alla Provincia?
Lei intanto ha precisato che con i fondi regionali del Pdl pagava le interviste: «Con le emittenti locali c’è questa usanza: realizzano un’intervista, un servizio, solo se a pagamento». I prezzi variano, «cento, duecento, mille euro, dipende anche dallo spazio che si ha: dieci minuti, mezz’ora, un’ora. Poi la televisione fa la fattura e ce la manda. Sono costi per l’attività politica». «Fiorito – ha sostenuto ancora la Nobili - non mi dava mai il denaro che mi spettava; non potevo più camminare per strada dalla vergogna: tutti a chiedermi conto di pagamenti, per attività elettorali, che non potevo saldare».
Come se non bastasse, la professoressa se la prende, chissà poi perché, pure con un suo collega di gruppo (anch’egli reatino ed eletto nella lista del Pdl con oltre 14mila preferenze): «c’è un altro consigliere reatino, Antonio Cicchetti. Chiedete le sue, di fatture. Come li ha impiegati i soldi? Lui sta lì anche da più tempo di me. Avrà fatto attività politica...» lasciando intendere chissà cosa.
La replica dell’ex sindaco di Rieti non si è fatta attendere: «La magistratura ha sequestrato i conti dei consiglieri del Pdl, compreso, ovviamente, il mio. E non c’era, pertanto, bisogno dell’auspicio avvelenato di una collega acchè venissero oculatamente verificati. Nessuna concessione da parte mia è stata fatta a pranzi, cene, porchette, nolo auto, regali o addobbi per alberi di Natale. E non ho mai finanziato carri mascherati recanti cartelli col mio nome associato al simbolo della Regione».
di Gianluca Perricone