mercoledì 12 settembre 2012
Il creativo Oliviero Toscani paragona Beppe Grillo a Göbbels, il ministro della propaganda di Hitler, quello per la mobilizzazione alla guerra totale, e poi aggiunge che lo voterà.
È evidente che Toscani avrà scherzato. Göbbels era interno e gran sacerdote del nazismo, invece Beppe Grillo è collaterale al suo stesso movimento politico: non è eletto e non intende candidarsi. Però Grillo fa proselitismo, fa proscritti. E come proscritti sono trattati i suoi arruolati: non possono dissentire da Grillo, pena la defenestrazione dalla sua milizia politica volontaria. Perché di quest’ultima si tratta. Una milizia volontaria di patrioti, di cui Grillo è una sorta di nuvoletta tutelare, pronta a bacchettare il dissenso.
Più che a Göbbels le somiglianze sono tutte con Ernst Von Salomon, anima dei Corpi Franchi. I Freikorps che prima repressero i moti operai a Berlino e poi avversarono i bolscevichi nelle regioni baltiche, in Polonia e nella Slesia. Le epiche gesta dei Freikorps ce le narra lo stesso Von Salomon nel romanzo I Proscritti. Ma è lo stesso Von Salomon che non prenderà mai incarichi da Hitler, e che riuscirà solo ad accollarsi la condanna storico morale dell’assassinio di Walther Rathenau, ministro degli esteri della Repubblica di Weimar. Hitler più tardi lo pregò d’accettare onorificenze ed incarichi, ma lui rifiutò tutte le poltrone, ma assicurandosi che tanti suoi camerati del Corpi Franchi ben figurassero nel sistema. Molti dei Freikorps finirono miseramente dopo il 1945, mentre Von Salomon continuò a scrivere libri e sceneggiature fino al 1972. Era un commediografo, uomo di comunicazione come Grillo.
Ieri Grillo ha spiegato all’Italia tutta (e con piglio alla Guglielmo Giannini, altro grande commediografo e fondatore dell’Uomo Qualunque) che «L’incontro di Parma avrà inizio alle 14 in piazza della Pace». Il comico ha poi ricordato la vicenda giudiziaria che coinvolge la “multiutility Iren”, ponendosi alcune domande sul funzionamento di queste società: «Perché i servizi essenziali per il cittadino come i rifiuti sono gestiti da società esterne e non direttamente dai comuni? Perché i costi di amministratori delegati, consiglieri di amministrazione, presidenti, eccetera, eccetera, di queste multiutility sono scaricati sulla comunità sotto forma di aumento delle tariffe? Perché quotare in Borsa società che operano in regime di sostanziale monopolio partecipate dagli stessi clienti a cui forniscono i servizi? Se queste multiutility dovessero fallire, i debiti chi li pagherà? I comuni già indebitati? Al posto delle economie di scala, i maxi debiti di scala?». Ecco che il puparo Grillo è a caccia di Corpi Franchi, di patrioti che s’immolino contro le municipalizzate, salvo far fare loro la fine del consigliere Favia al primo dissidio interno.
E Grillo insiste: «Il 22 settembre ci sarà un incontro pubblico a Parma a cui parteciperò. Il tema di cui si tratterà è Dies Iren (la Iren è la società, quindi nessun latinismo) - La fine degli inceneritori. Non c’è una sola buona ragione per costruirli: danneggiano la salute, l’ambiente, fanno aumentare i costi dello smaltimento dei rifiuti scaricati poi sulla collettività. All’incontro parteciperanno medici, economisti, ambientalisti e specialisti della gestione dei rifiuti». Dopo le polemiche di questi giorni intorno al Movimento da lui fondato, Beppe Grillo sul suo blog ha annunciato la sua presenza proprio a Parma, dove conta d’incantare teatralmente la gente stordita dalla paralisi gestionale del comune governato dai grillini.
È evidente che Grillo non si esporrà mai in prima persona a governare l’Italia. Diversamente si sarebbe agitato per movimentare le piazze sulla povertà diffusa. Nel secondo semestre di quest’anno
sono a rischio 202.000 posti di lavoro di cui 172.000 sono delle piccole e medie imprese. Lo sostengono gli artigiani della Cgia di Mestre, giunti a questi risultati incrociando i dati occupazionali dell’Istat e quelli di previsione realizzati da Prometeia. «La perdita di 202.000 posti di lavoro si ottiene - secondo la Cgia - tenendo presenti i circa 30.000 esuberi di addetti occupati nelle grandi aziende che hanno aperto un tavolo di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico con gli altri 172.000 che sono alle dipendenze delle piccole e medie imprese».
«Premesso che negli ultimi quattro anni la variazione dei posti di lavoro riferiti alla seconda parte dell’anno è sempre stata negativa - dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - la stima riferita al 2012 è comunque peggiore solo al dato di consuntivo riferito al 2009. Purtroppo – prosegue Bortolussi - in queste ore non si sta consumando solo la drammatica situazione dei lavoratori dell’Alcoa o dei minatori del Carbosulcis, ma anche quella di decine e decine di migliaia di addetti delle Pmi che rischiano di rimanere senza lavoro. Le ristrutturazioni industriali avvenute negli anni ‘70, ‘80 e nei primi anni ‘90 - conclude Bortolussi, invitando a investire sulle Pmi - presentavano un denominatore comune: chi veniva espulso dalle grandi imprese spesso rientrava nel mercato del lavoro perché assunto in una Pmi. Oggi anche queste ultime sono in difficoltà e non ce la fanno più a creare nuovi posti di lavoro».
Ma Grillo aizza i suoi Corpi Franchi aspettando tempi migliori. C’è da credere che a questa sagra dell’irresponsabilità metterà fine una sorta di Peron, il militare acclamato da operai e industriali. Forse offrirà una poltrona a Grillo che risponderà come Von Salomon a Hitler: «preferisco scrivere sceneggiature... libri». Sono ciclicità storiche che potrebbero ispirare il buon Oliviero Toscani: a lui (così sangue e vetrina) certamente un nuovo padre della patria potrebbe offrire la comunicazione. Forgiare cartelloni che ritraggono il primato dell’Italia nell’estrazione mineraria del Sulcis, o nella produzione di acciaio a Taranto, o nel manifatturiero in Lunigiana.
Fermi tutti, a cavallo per ora c’è ancora Monti... e la proposta Grillo fa ancora tanto ridere (roba da solletico) i manovratori di finanza e politica.
di Ruggiero Capone