Il bambino Renzi e il nonno D'Alema

venerdì 7 settembre 2012


Scontro intergenerazionale in casa democratica. Finalmente Pupo Renzi c’è riuscito. Il protagonismo da candidato già trionfatore delle primarie prima ancora del loro svolgimento (chissà quando, chissà come, chissà con quali regole e chissà se di partito o di coalizione) con il suo iper-presenzialismo ha fatto arrabbiare nonno Massimo.

Secondo D’Alema, intervistato dal Corriere della Sera, la campagna di Renzi «appare essere rivolta non alla costruzione ma esclusivamente contro il gruppo dirigente del Pd e tutti i potenziali alleati di governo del centrosinistra. Registro con amarezza - continua il massimo dirigente del Copasir - che sembra essere sostenuto soprattutto da quelli che il Pd al governo non lo vogliono, a partire dalle personalità politiche e dai giornali che fanno riferimento al centrodestra. Non credo che fosse il suo progetto».

C’è un problema generazionale nella politica italiana e nello stesso Pd, secondo l’ex premier, ma tutti possono contribuire con le proprie risorse, grandi e piccini. «Anche noi quando eravamo giovani, ci siamo misurati con una classe dirigente autorevole - sottolinea - abbiamo discusso, non abbiamo pensato di stabilire per regolamento che doveva essere cacciata». Di certo c’è che D’Alema ritiene Renzi unfit a fare il PresDelCons, lo aveva detto neanche tre giorni fa e oggi si è ripetuto. Inadatto a fare il premier, inadatto a fare il leader del Pd. Due attacchi in settantadue ore Renzi non li poteva tollerare.

Due attacchi poi da uno dei maggiori nemici, quel D’Alema che viene dalla prima Repubblica, che puzza di scuola del partito a Frattocchie. Pupo risponde dalle colonne di Repubblica: «Rispetto tantissimo gli anziani: se non ci fossero i nonni non ci sarebbe la famiglia». Prova a pungere con l’ironia, l’arma preferita dall’ex leader dei Ds. Lanciando anche un avvertimento: «Più ci attaccano e più si fanno male. Più fanno polemica e più i nostri comitati sorgono in tutta Italia».

Renzi alle Crociate. Il sindaco fiorentino è ospite alla convention dei democrats Usa e ne approfitta per stabilire un paragone con Obama: anche il presidente americano «aveva tutto il partito contro l’altra volta». E ancora: «Chi è stato vent’anni in Parlamento ha dato tutto quello che doveva, ora basta. Come funziona in America». Non vuole contentini, o fa il candidato premier o niente posti in Parlamento, rimane a fare il primo cittadino nel capoluogo toscano. Pupo Renzi ha puntato i piedi. Ha richiamato i nonni al loro compito: viziare i nipotini, non riprenderli rompendogli le scatole e togliendogli i giocattoli dalle mani.

Al Pd non bastavano gli scontri sulle politiche e sulla politica, adesso sono arrivati i nonni coi nipoti. Date i lecca-lecca agli uni e le pensioni agli altri. E magari si trovi qualche genitore che, nella morsa delle due generazioni avverse, riesca a fare un po’ di politica per davvero.


di Enrico Strina