In Sicilia sarà una corsa a dodici

giovedì 6 settembre 2012


Ai nastri di partenza per la corsa alla presidenza della Regione siciliana, tranne sorprese dell’ultima ora, sono in dodici. Un numero che la dice lunga sulla frammentazione del quadro politico siciliano che porterà all’elezione di un presidente che potrebbe non avere una maggioranza all’Assemblea regionale (90 deputati).

Le due grandi coalizioni, di centrodestra di centrosinistra, a differenza delle precedenti regionali che le vedeva contrapposte su due fronti, si sono spaccate in quattro. Quattro, infatti, sono i candidati di peso che si sfideranno all’ultimo voto il prossimo 28 ottobre. Una divisione, Nello Musumeci e Gianfranco Miccichè nell’ambito del centrodestra, Rosario Crocetta e Claudio Fava nel centrosinistra, che nelle previsioni  abbassa, inevitabilmente, la percentuale dei consensi necessari a vincere che potrebbe non raggiungere il 30%.

Bisogna, inoltre, fare i conti con la legge elettorale siciliana che prevede l’elezione di 80 deputati con il sistema proporzionale e degli altri 10 con quello maggioritario. Di quest’ultimi fanno parte il presidente eletto  e il secondo candidato a governatore che ha avuto più voti, mentre gli altri otto sono il premio di maggioranza alla coalizione del candidato vincente (che scatta  nonostante la percentuale avuta) che si assegna se non si raggiungono i 54 seggi. Se la coalizione che ha vinto, quindi, non  si attesta su questo risultato e conquista, ad esempio, 35 seggi, non può raggiungere, nonostante la somma degli otto del premio, neanche la semplice maggioranza, cioè 46.

I risultati del sondaggio di ieri, curato da Ipr Marketing,  confermano, al momento, la grande incertezza dell’elettorato e la possibilità che il presidente eletto possa guidare un governo di minoranza, ricorrendo, in un secondo tempo, ad alleanze per garantire la governabilità. Se si votasse oggi si profilerebbe, infatti, un testa a testa tra Crocetta, candidato di Pd e Udc con il 27% e Musumeci, sostenuto dal Pdl, La Destra e Pid con il 26%. E mentre il leader di Grande Sud Miccichè, appoggiato dal suo partito, dagli autonomisti di Lombardo e da Fli si attesta  al 19%, Claudio Fava, candidato di Sel e Idv raccoglie il 14% dei consensi.

Ma nella sfida per la guida della Sicilia diversi outsider sono scesi nell’arena delle elezioni. Il Movimento 5 Stelle punta su Giancarlo Cancellieri che avrebbe il 9% delle preferenze, mentre  Cateno De Luca,  ex deputato regionale (che con gli altri sei candidati raccoglie il 5%) ci prova con il suo movimento, Rivoluzione siciliana, sostenuto da Vittorio Sgarbi, una parte del movimento dei Forconi, la Lega italiana dell’avvocato Taormina e Forza Nuova. Scende in campo anche Davide Giacalone, una delle firme di Libero,  con il suo movimento LeAli alla Sicilia che si colloca nel solco del progetto di Oscar Giannino “Fermare il declino” e Italia Futura di Montezemolo, al loro primo test elettorale. E ancora  Mariano Ferro, candidato dei Forconi, Emilia Grasso, in rappresentanza del Codacons, Gaspare Sturzo, nipote di Don Luigi, Lucia Pinsone per Voi – Volontari per l’Italia e Giacomo Di Leo per il Partito comunista dei lavoratori.


di Rosamaria Gunnella