Giornali: crollano le vendite

mercoledì 5 settembre 2012


Testate che chiudono, calo di vendite dei quotidiani e dei periodici. Lo stop delle trasmissioni della tv digitale Dalia è l’ultimo della serie dopo la chiusura del quotidiano free press City e dei due giornali della sinistra Liberazione e Il Riformista. A 8 mesi dal licenziamento i 16 dipendenti dell’emittente televisiva Teletirreno, che ha cessato le trasmissioni nel novembre del 2011, devono essere ancora liquidate delle loro spettanze retributive. È scontro al gruppo Dmail (azionisti il presidente dell’Atalanta Percassi, quello del Torino Urbano Cairo e Adriano De Carolis) il circuito che dopo l’acquisto di Netweek è costituito da 42 testate locali del Nord Italia, 600 mila copie al giorno. Il crollo in borsa in agosto e le dimissioni dagli organi societari hanno gettato lo scompiglio a fronte di un indebitamento che si aggira sui 30 milioni.

La Consob ha acceso i riflettori sulla gestione. In pericolo centinaia di posti di lavoro. In Friuli la tv Telequattro, in difficoltà, ha tagliato le sedi di Udine e Gorizia mentre a Trieste sono rimasti solo due giornalisti. A Lucca NoiTv ha messo in mobilità 7 giornalisti per la crisi degli investimenti pubblicitari. Al Sole24ore, il colosso economico della Confindustria, sono state ridotte 160 unità a seguito del piano di razionalizzazione delle strutture che ha comportato la revisione del piano industriale per renderlo compatibile con un mercato in continua contrazione. Misure drastiche per la radio sono state messe in campo dai Paolini. Don Pietro Truglia, l’amministratore delegato subentrato a Vito Franciolla, ha suonato un campanello d’allarme sul bilancio del gruppo chiuso nel 2011 con una perdita di oltre 9 milioni con ipotesi di tagli dei 283 addetti. Dopo la chiusura di Telesubalpina perdono copie sia Famiglia cristiana, diretta da don Antonio Sciortino, sia il mensile Jesus che il Giornalino.

In cinque anni il mondo dell’editoria ha perduto quasi un milione di copie. La crisi maggiore si è registrata tra il 2008-09 con un calo anche degli abbonamenti cartacei di oltre l’11 per cento. In questo periodo è esploso il fenomeno dell’informazione on line che ha portato il numero degli utenti di quotidiani sui siti web dai 4 ai 6 milioni. I mutamenti del sistema dei media sono quindi enormi ed ancora non s’intravede un assestamento. Le vendite  così crollano ma aumentano i lettori grazie quindi alla diffusione dei nuovi supporti tecnologici. I siti web e le applicazioni mobili per Smartphone e tablet hanno moltiplicato i canali di fruizione dell’informazione, spingendo le testate giornalistiche a fornire on line i propri contenuti.

Fino a pochi anni fa il sistema di distribuzione era vincolato e limitato alle edicole. Oggi gli strumenti si sono ampliati. Basta un computer e Internet per collegarsi da ogni parte del mondo con il giornale preferito. In questo quadro dall’incerte prospettive  s’inserisce lo scontro giornalistico tra testate della carta stampata o radiotelevisive per sostenere o contrastare certe soluzioni o ricostruzioni politiche, economiche e culturali. Lo scontro fratricida tra giornali-partito della sinistra (Il Fatto contro Repubblica,Europa ex popolari contro l’Unità, Luca Telese che lascia Travaglio per fondare il nuovo quotidiano Pubblico, le inondazioni sul web di Beppe Grillo) è un fatto nuovo. 


di Sergio Menicucci