Fava: «Lega-Pdl? L'alleanza è possibile»

giovedì 30 agosto 2012


Roberto Formigoni e Renzo Tondo, governatore del Friuli, hanno rotto gli indugi. Entro la fine del prossimo mese proporranno ai colleghi leghisti di Veneto e Piemonte l’istituzione di una “macroregione” del Nord. Un progetto che mira, attraverso una modifica della Carta costituzionale, a raggruppare in un unico soggetto le grandi regioni a statuto ordinario, per conferire più forza e autonomia gestionale ad un territorio che storicamente fa da traino alla produzione dell’intero paese. «Meglio tardi che mai» commenta Giovanni Fava. Il deputato della Lega Nord è anche il responsabile di via Bellerio per lo Sviluppo economico. Naturale che guardi con interesse ad una prospettiva istituzionale che mira a dare un maggior peso al tessuto produttivo del settentrione. «Dopo anni durante i quali la Lega ha a lungo insistito su questi temi, quello dei governatori del Pdl mi sembra un ravvedimento tardivo ma necessario, che va giudicato positivamente». Anche se Fava osserva come sia «un’iniziativa sospetta per modalità e tempistica». Obiezioni che nascono dalla paura che si tratti solamente di un escamotage per sottrarre argomenti alla Lega in vista delle elezioni: «L’alleanza tra noi e Formigoni è ventennale, e anche quella con Tondo ha alle spalle diversi anni. Ciò che lascia perplessi è perché un’iniziativa del genere venga presentata proprio a ridosso delle elezioni politiche e di quelle lombarde».

Anche in considerazione del «difficile momento politico di Formigoni», c’è «il sospetto» che si possa trattare di una semplice boutade per recuperare credibilità e spazio al centro del dibattito. Ma Fava si dice anche sollevato: «Come provocazione potrei arrivare a dire che se fossi certo del buon esito dell’iniziativa formigoniana, potrei votare lui l’anno prossimo. E dirò di più: se la sua intenzione è seria, ben venga se ci costasse qualche manciata di voti». Anche perché l’emorragia sarebbe assai contenuta secondo il deputato leghista: «A fare politica al nord siamo rimasti solo noi».

Ma quel che più conta sono le prospettive nazionali alle quali la mossa dei leader azzurri potrebbe portare: «Mi sembra un tentativo per rilanciare una piattaforma politica che negli ultimi mesi abbiamo messo da parte. Se diventa una battaglia condivisa da entrambi i partiti, non vedo perché su queste basi non si possa costruire un’alleanza anche per le elezioni politiche. Per noi questo è un tema qualificante». Le divergenze tornano in campo quando si parla del futuro del Pirellone: «Non esistono incarichi a divinis – sottolinea Fava – Un quinto mandato per Formigoni diventa difficile. La Lombardia per popolazione e Pil supera molti stati europei, e non ho mai visto una democrazia europea governata per venticinque anni dalla stessa persona. È giusto che il governatore coltivi altre prospettive politiche». Anche perché i tempi per realizzare la macroregione sono stretti: «In questa legislatura si possono porre le basi del dibattito, per un’architettura istituzionale da costruire nella prossima. Coinvolgendo anche le amministrazioni di centrosinistra di Liguria ed Emilia Romagna».


di Pietro Salvatori