Sulla Coca-Cola una tassa da stato etico

mercoledì 29 agosto 2012


Osservando da una prospettiva liberale il cosiddetto decreto sanità uscito dal cilindro dei tecnici al governo, lo definirei un vero e proprio de-cretino, visto l’impressionante accumulo di provvedimenti con i quali si vorrebbe ulteriormente irreggimentare il paese.

Un paese che, contrariamente al chiaro indirizzo che continuano a perseguire Monti&soci, avrebbe altresì bisogno di maggiore libertà in tutti i settori per sperare di riprendersi dall’attuale crisi. E invece anche col de-cretino sanitario è in arrivo una ulteriore spremitura fiscale, con l’impresentabile tassazione prevista per “soli” tre anni sulle bibite gassate e quelle zuccherate artificialmente. A questo proposito ci si chiede se questo limite temporale all’odiosa imposta venga considerato un tempo ragionevole per raccogliere i frutti della poderosa campagna governativa di dimagrimento giovanile, dato che sarebbe questa la motivazione che ha indotto i cervelloni al timone ad introdurre la tagliola tributaria. Ma l’intento pedagogico e protettivo dei cattedratici che occupano la stanza dei bottoni non finisce qui.

Infatti hanno stabilito che da ora in poi per iscriversi in una qualunque palestra o piscina italiana, magari solo per farsi una sauna o un bagno turco, non sarà più sufficiente il certificato di sana e robusta costituzione fisica redatto dal medico di famigli. Adesso, come chiunque svolga attività agonistica, dovrà ricorrere alla ben più costosa visita di un medico sportivo, con tanto di spirometria ed elettrocardiogramma sotto sforzo. Si spera solo, visto che il confine del controllo sanitario obbligatorio è stato ancor più ristretto, che andando avanti di queso passo non si decida di produrre altri de-cretini per irreggimentare persino le libere passeggiate nei parchi o le escursioni alla ricerca di asparagi o funghi.

Non vorremmo che i professori, i quali a tutto provvedono, stabiliscano in seguito un esame specifico per ogni tipo di impegno fisico, copulazione compresa. Il picco della de-cretineria, a mio avviso, si è raggiunto con un altra misura socialmente protettiva. Ossia la minima distanza di sicurezza, ben 500 metri, che dovrebbe separare le slot machine ed i videopoker dagli istituti scolastici di qualsiasi grado, dai centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani, da strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale, dai luoghi di culto. In effetti mezzo chilometro mi sembra una distanza più che adeguata al fine di scoraggiare i nostri motorizzati ragazzi moderni dalle tentazioni del gioco d’azzardo.

Ma il vero colpo di genio consiste nel preservare le vecchine che vanno alla messa dalla satanica tentazione insita nel medesimo gioco d’azzardo. Una misura stupefacente che solo degli illustri accademici potevano prima pensare e poi mettere in pratica. C’è da restare senza parole.


di Claudio Romiti