«Grande coalizione? Idea ridicola»

sabato 18 agosto 2012


«Grande coalizione? È ridicolo parlarne ora. Il Pdl è e sarà una forza alternativa alla sinistra. Oggi siamo nella stessa maggioranza perché costretti dall’emergenza. Se l’emergenza dovesse protrarsi, dopo le elezioni faremo le nostre valutazioni». 

Lo dice al Sole 24 Ore Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo del Pdl al Senato. 

«Io credo che sarebbe assai più utile riconquistare i nostri elettori - afferma Quagliariello - spiegando loro cosa noi proponiamo per salvare l’Italia, anziché dividerci su un futuro che al momento nessuno è in grado di prevedere». 

«Nostro compito è incalzare il governo - sottolinea a proposito della mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli - e quindi anche il ministro della Giustizia su temi rilevanti per l’intero paese, come le scelte della magistratura sull’Ilva, la riforma delle intercettazioni divenuta impellente dopo il dramma di questa estate. Non sono tempi per mosse ad effetto».

Ad essere scettico sulle “larghe intese” è anche il capogruppo al Senato del Pdl, Maurizio Gasparri. «Le larghe intese sono state una parentesi da non riaprire – scrive Gasparri in un intervento pubblicato da Il Giornale - Nel 2013 il Pdl deve presentarsi alle elezioni per vincerle. Credo che sia interesse di tutto il Pdl chiudere una discussione che appare sempre più assurda sul governo che nascerà dopo le prossime elezioni».

«Più d’uno – continua Gasparri - si è prodotto in ardite teorizzazioni di un governo di tutti a vita. Che l’Europa e il mondo intero vivano un momento di drammatica crisi è purtroppo un dato di fatto. Che ciò imponga soluzioni ampiamente condivise è un’altra realtà. Il Pdl spesso si interroga, a volte anche troppo, sulla sua identità, sul suo ruolo. È tempo, e non solo perché siamo in pratica in campagna elettorale, di mostrare più decisione e più fiducia in se stessi».

«Noi e la sinistra – spiega Gasparri - soprattutto ora che si forma un cartello in cui dettano legge le aree più radicali di quello schieramento, abbiamo idee diverse. E senza scontri furiosi dobbiamo farlo emergere con chiarezza, senza l’uscita quotidiana dello sconfittista del giorno che annuncia, forse pensando alla personale salvezza, il grande abbraccio che demotiva e allontana gli elettori. Non stiamo a perdere quindi tempo, lo dico con amicizia a tanti che stimo ma con decisione ai vedovi delle poltrone che giudico con meno generosità, con annunci di governi di larghe intese che per prima la sinistra aborre. Berlusconi scende in campo, le nostre idee sono diverse da quelle degli altri, e sinceramente sono anche migliori, e noi di cos’altro dovremmo parlare?».

«A chi chiede impegni condivisi da tutti per affrontare la crisi - conclude il  capogruppo al Senato del Pdl - diciamo che l’accettazione con voto parlamentare da parte nostra di tante decisioni europee è più che sufficiente e che anzi l’Europa dovrebbe riflettere sull’efficacia di quegli strumenti. Non dobbiamo fornire altre credenziali. Le si chieda piuttosto alla neo-Unione di Vendola e compagni. Insomma, crediamo un po’ di più in noi stessi! Ferragosto è passato. Ci attendono sei mesi molto duri e impegnativi da affrontare uniti, lottando spalla a spalla, con un grande partito unitario di centrodestra. Chi si sente già sconfitto vada in panchina o, meglio ancora, guardi la partita da casa in tv. Intralcerà meno chi intende fare con coraggio e chiarezza il proprio dovere».

Durissimo con l’ipotesi di Grande Coalizione è anche Massimo Corsaro, vice presidente vicario del Pdl alla Camera. 

«Questo governo è un fallimento - dice Corsaro - Mandarlo a casa in autunno o aspettare febbraio a questo punto cambia poco. L’unica cosa certa, e parlo a titolo personale, è che io in maggioranza con la sinistra non ci starò mai più». 

«Sono consapevole - spiega il deputato del Pdl - che nessuno, tranne qualche scriteriato del mio partito, oggi si spingerebbe a esporsi prospettando un futuro a braccetto con Vendola e D’Alema. Quindi, se Berlusconi confermerà di volersi candidare, mi aspetto una dichiarazione che non dia adito a interpretazioni. Un’assunzione di responsabilità palese. Mi piacerebbe Berlusconi da Vespa che firma un nuovo contratto con gli italiani dove c’è scritto “mai più con la sinistra”. Credo lo sottoscriverebbe ancor più volentieri Bersani». 

Getta benzina sul fuoco, infine, anche l’ex ministro Altero Matteoli, secondo cui «parlare di grande coalizione, dopo che ce l’abbiamo da sette mesi e i problemi del paese anziché diminuire sono peggiorati, è un suicidio per i partiti e per l’Italia». Matteoli, poi, rilancia anche l’alleanza “perduta” con la Lega: «L’esperienza ci insegna che con loro si può governare». E tanti saluti alle “larghe intese”.


di Redazione