mercoledì 25 luglio 2012
In alcuni ambienti del centrodestra si sta facendo strada la tendenza a descrivere l’atteggiamento di Napolitano come non coerente: si è arrabbiato con i pm quando le intercettazioni hanno riguardato lui, non mosse dito quando ad essere “ascoltato” fu Berlusconi. Può anche essere, ma il nocciolo della questione non è questo. Il punto è che nessuno, ma proprio nessuno, può “giocare” con la massima autorità del paese (al di là di chi sia in carica al momento): né, tanto meno, può farlo un altro potere dello stato quale è la magistratura.
Su alcuni quotidiani (casualmente sempre gli stessi) abbiamo letto i contenuti delle telefonate (intercettate) intercorse tra Mancino e il consigliere giuridico del Quirinale, Loris D’Ambrosio. Abbiamo altresì appreso, dalle medesime pagine, dell’esistenza anche di due intercettazioni di conversazioni telefoniche tra lo stesso Mancino e Napolitano, intercettazioni definite pubblicamente irrilevanti ai fini processuali dagli stessi pm. Bene. Adesso mi piacerebbe davvero poter chiedere al procuratore Francesco Messineo se sia informato su chi abbia dato la notizia (ripeto, la sola notizia) dell’esistenza di quelle due intercettazioni alla “stampa amica”. Mi piacerebbe davvero chiedergli se, per caso, qualcuno abbia ritenuto opportuno cercare ed eventualmente punire i responsabili della fuga di notizie considerando che, quelle chiacchierate, sono “custodite” (?) negli uffici della giustizia palermitana sia pure nella loro irrilevanza processuale.
di Gianluca Perricone