sabato 14 luglio 2012
Il meeting generale si terrà quest’anno a settembre in quel di Praga. Ma un gruppetto di aderenti alla Mont Pelerin Society potrebbero incontrarsi prima, in Italia, in via più ristretta e informale.
Antonio Martino, l’economista liberale che fondò Forza Italia insieme a Silvio Berlusconi, ha infatti confermato la riunione di metà luglio con alcuni esperti e premi Nobel dell’economia, dedicata alla crisi finanziaria e al nodo dell’euro.
L’appuntamento è a Villa Gernetto, lunedì 16 luglio, nella sede dell’Università della libertà, non ancora inaugurata: «Ci saranno Berlusconi, io e otto ospiti, sarà una riunione a porte chiuse per chiarirci le idee sul futuro dell’euro», ha spiegato Martino.
Sui nomi degli invitati c’è ancora mistero. Meno misterioso è l’ambiente economico scientifico all’interno del quale saranno fatti gli inviti.
Se il padrone di casa è senza dubbio Berlusconi, infatti, a spedire gli inviti ci sta pensando Martino. Per questo è facile prevedere che scorrendo la lista dei membri della Mont Pelerin Sociaty ci sono buone probabilità di incontrare più di un nome degli economisti che discuteranno a Gernetto dell’irreversibilità o meno dell’euro e degli strumenti di politica economica per affrontare la crisi.
Ma che cos’è la Mont Pelerin Society?
Fondata nel 1947, mentre si freddavano le ceneri dei fuochi della seconda guerra mondiale, la Mont Pelerin Society è più simile a un centro studi internazionale (il più importante del pensiero liberale) che a un’organizzazione internazionale. E’ composta da economisti, intellettuali e uomini politici, che si riuniscono periodicamente per discutere della promozione del libero mercato e della «società aperta».
Il nome viene dal centro termale di Mont Pelerin nella Svizzera francese che fu sede del primo incontro tra 36 fra economisti, storici, filosofi (tra cui Friedrich Hayek, Milton Friedman, George Stigler, Karl Popper, Michael Polanyi e Luigi Einaudi) che avevano in comune la fiducia nel libero mercato e nella libertà degli individui e il timore che la deriva totalitaria dell’Occidente non fosse affatto finita con la fine della guerra.
I nemici della libertà erano ancora tanti e in agguato, era utile riunirsi per scambiarsi le idee migliori per combatterli. Perché studiare nel chiuso delle proprie facoltà universitarie era utile, ma contaminare con le idee liberali le azioni di governo lo era di più.
Nel corso dei decenni il prestigio della società crebbe anche grazie agli otto premi Nobel assegnati ai suoi membri, tra i quali Friedman e Hayek.
L’associazione non sposò mai alcun partito politico, ma solo una corrente che va dal pensiero liberale classico a quello libertario.
I suoi membri, però, nel corso dei decenni sono occasionalmente entrati a far parte dello staff di alcuni governi occidentali.
Quando Margaret Thatcher fu letta in Gran Bretagna si disse che con lei mezza associazione traslocò (insieme alla sua succursale britannica, l’Istitute of Economic Affairs di Anthony Fisher e Oliver Smedley) a Downing street. Mentre tra i 76 consiglieri economici di Reagan 22 erano membri della Mont Pelerin Society.
Tra i membri italiani del passato, oltre a Einaudi, figurò anche Bruno Leoni, che ne fu presidente fino alla tragica morte.
Oggi, oltre a Martino, ne fanno parte Domenico da Empoli, Angelo Maria Petroni, Sergio Ricossa.
di Cristina Missiroli