venerdì 6 luglio 2012
Sono passati sei mesi dall’approvazione dello “svuotacarceri”, gli effetti del provvedimento firmato Paola Severino sembrano per certi versi nulli e per altri deleteri. Prima dello “svuotacarceri” era più facile che un detenuto con un anno e mezzo di residuo di pena venisse affidato alla famiglia, che tornasse a lavoro. Dopo il pacchetto della Severino, nessun magistrato s’è più assunto la responsabilità di alleviare gli ultimi mesi di detenzione, e tutti i detenuti sono diventati pericolosi.
Al 31 maggio 2012 si sono registrati 21mila detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare: 66.487 (di cui il 36% stranieri) contro 45.743. Lo denuncia l’associazione Antigone, avvertendo che «con l’arrivo del caldo si fa sentire sempre di più la necessità di provvedimenti urgenti, che facciano tornare nella legalità i nostri 206 istituti di pena». «La legge che prevedeva originariamente la possibilità di scontare l’ultimo anno di pena in detenzione domiciliare, modificata alla fine del 2011 dal decreto Severino, che estendeva questa possibilità agli ultimi 18 mesi - nota Patrizio Gonnella (presidente di Antigone) - ha avuto effetti decisamente inferiori alle aspettative. Al momento poco più di 6.000 i detenuti che ne hanno usufruito: persone che avrebbero altrimenti avuto altre misure alternative alla detenzione o che sarebbero uscite per sopraggiunto fine pena. L’intervento del Governo, dunque, ha fermato ma non invertito la crescita della popolazione detenuta».
Con un tasso di affollamento del 145,3%, ovvero con oltre 145 detenuti ogni 100 posti, l’Italia è il paese più carcerariamente sovraffollato dell’Ue. La regione in condizioni peggiori si riconferma la Puglia (con un tasso del 180,7%), seguita da Lombardia (176,6%) e Liguria (170,8%). La meglio messa è il Trentino Alto Adige (73,8%, ha addirittura 180 posti liberi). Gli imputati in carcere rappresentano il 40% del totale della popolazione detenuta. In Campania vi sono più imputati che persone condannate. Quella con meno imputati è il Molise. Complessivamente due persone su cinque sono dentro pur essendo presunte innocenti. Antigone contesta «il bluff della capienza regolamentare». «Dal 2007 al 2012 - rileva Antigone - parrebbe che l’Italia abbia aumentato la capienza delle sue carceri di 2.557 posti.
I primi effetti del piano carceri del governo? No. Si tratta semplicemente del fatto che si stipano sempre più detenuti, trasformando in celle tutti gli altri spazi, a scapito di spazi comuni, indispensabili per la vivibilità degli istituti. Nelle carceri c’è sempre meno spazio».
di Ruggiero Capone