Taradash: «Ripartire dalle buone idee»

giovedì 5 luglio 2012


La chiamano “Sedizione liberale” perché «rivoluzione liberale è ormai una parola di legno, consumata dalla politica» spiega Marco Taradash, un passato di militanza (liberale per l’appunto) prima nel partito Radicale, poi nell’illusione di un cambiamento epocale del paese nella nascitura Forza Italia. Una spinta smarrita, il cui impeto originario non si riesce a rintracciare nei partiti che si presenteranno alle prossime elezioni. Per questo Taradash ha convocato, tra gli altri, Oscar Giannino, Mario Sechi, Arturo Diaconale e Davide Giacalone a Firenze.

«È un incontro tra persone che vogliono risvegliare le coscienze e lanciare iniziative politiche liberali e liberiste». Non si tratta di un partito, né tantomeno di un nuovo movimento politico.» È semplicemente un incontro», spiega Taradash. Anche se la politica c’entra: «Andiamo verso le elezioni, e non si vede all’orizzonte nessuno che voglia sviluppare i temi liberali». Parole di implicita delusione nei confronti dell’esecutivo, che in molti avevano presentato come tra i più aperti degli ultimi vent’anni alle istanze di questa parte dell’arco politico. «La delusione nei confronti di Monti è più o meno accentuata a seconda di quelle che erano le aspettative iniziali» spiega l’ex deputato di Forza Italia. Ma «le svolte politiche e culturali non sono proprie di un governo di transizione come è quello tecnico».

A parere di Taradash, «occorre un governo forte di un deciso mandato popolare». I “sediziosi” si propongono di spingerlo verso quei temi che da sempre sono stati patrimonio della destra liberale. Della destra, sì, «perché Silvio Berlusconi ha fallito la sua rivoluzione, ma su una cosa non posso non essere d’accordo con lui: le istanze liberali non potranno mai trovare ospitalità nel centrosinistra». Il Cavaliere porta sulle spalle la responsabilità personale di alcune scelte che hanno portato al fallimento del suo ambizioso sogno: «Se accompagni alla porta i liberali e inserisci nei ruoli chiave ex democristiani è ovvio che il parastatalismo diventi la cifra della tua azione politica. Quel che ci proponiamo di fare è ripartire dai temi posti sul campo nel 1994. È evidente che, se nel 2012 dobbiamo tornare così tanto indietro, quella classe politica ha fallito».

Taradash guarda come interlocutore naturale al centrodestra. «Ma un centrodestra dove ci sono elettori alla deriva, perché manca chi metta sul piatto istanze politiche». Così l’obiettivo è quello di costruire un contenitore all’interno del quale poter far confluire quelle idee di chi ancora crede sia possibile riformare il paese a partire dai temi del liberalismo. Da dove si inizia? «Riforme istituzionali, abbassamento della pressione fiscale, riforma della giustizia».


di Pietro Salvatori