venerdì 29 giugno 2012
«Non siamo in guerra. Ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto». Usa toni forti, la nota del Centro studi di Confindustria. I liberali non ci stanno: «Il grido di dolore di imprese e famiglie è lancinante. L’Italia soffoca, stritolata tra troppe tasse e troppa burocrazia», fa eco l’imprenditore romano Roberto Amiconi, tra i promotori della Costituente liberale. Chi sono costoro? A leggerne la carta di identità, un soggetto politico in formazione, un laboratorio di idee che vuole offrire agli elettori «un’alternativa credibile e autorevole sul piano del governo e della crescita», come riecheggia nella sala di via del corso a Roma che L’opinione ha messo loro a disposizione. L’occasione per il loro secondo incontro nazionale la dà il fermento di chi si mette a disposizione di un progetto di riaggregazione tra liberali di ogni provenienza. «Il meeting romano è stato improvvisato in 24 ore», dicono i promotori. «Abbiamo un sito web e un profilo Facebook che riceve contributi, idee, sollecitazioni da parte di tanti cittadini che ci cercano e si mobilitano spontaneamente».
Riunitasi una prima volta lo scorso 9 giugno a Milano, l’associazione che promuove il rilancio di una piattaforma liberale è guidata dal senatore Enrico Musso, docente universitario di Economia a Genova, e vede tra i suoi primi protagonisti Renato Altissimo, Carlo Scognamiglio e Arturo Diaconale. «Primi di una lunga serie», precisa Mauro Antonetti, per anni al vertice di quel Pli ormai caro al ricordo degli storici. «Lo statuto della Costituente prevede che tutti coloro che ne fanno richiesta nei primi mesi di vita del nuovo soggetto saranno considerati soci fondatori. È una casa aperta, al contrario delle tante case chiuse che vediamo in politica», chiosa Antonetti non senza ironia.
Per tre ore gli “autoconvocati” della Costituente liberale si confrontano con gli scenari politico–elettorali, con le commissioni di lavoro ma anche con l’agenda organizzativa. Ci sono simpatizzanti che si affacciano alla politica per la prima volta. Le donne non sono poche. Una è una professionista romana, chiede di rimanere anonima ma confida: «Dobbiamo fare qualcosa per dire basta alle tasse, o qui emigriamo tutti». Uno dei più giovani, il 26enne Enrico Saponaro, scandisce la definizione della Costituente che vorrebbe: indipendente e civica, nel senso che deve mettere gli interessi dei cittadini prima di quelli di parte. «La priorità? Il lavoro nel senso attuale del termine, i diritti delle partite Iva, i tempi di pagamento della P.a. e i nuovi contratti con cui i giovani fanno i conti».
Il senatore Enrico Musso, che a Genova ha sfidato Marco Doria e i suoi otto partiti, arrivando da solo al 41%, tira le fila di un soggetto che non vuole ancora definire partito: «L’Associazione per la Costituente liberale ad oggi è un think tank che promuove il dibattito politico intorno alle politiche liberali e desidera dire la sua in questo difficilissimo momento della vita politica». Si parla però di una sede operativa che sarebbe già pronta accanto a Montecitorio e di una rete di aderenti che cresce a vista d’occhio, non solo sul web. La tentazione potrebbe essere quella di scendere in campo. Un campo, quello della politica, con tanti vuoti da colmare.
di Aldo Torchiaro