L'Espresso e lo scoop che sa di bufala

martedì 26 giugno 2012


Se fossi nei panni dei dirigenti e dei militanti del Pdl, quanto meno ringrazierei l’Espresso per il “sòla-scoop” della scorsa settimana. La bufala editoriale (almeno speriamo che sia tale, per l’intera area moderata) è composta da otto pagine la cui versione originale è facilmente consultabile sul sito del settimanale del gruppo De Benedetti.

Grazie all’Espresso, perché – sempre qualora il documento fosse attendibile – ha fatto sapere che nel centro-destra italiano ci sono ancora figuri che trascorrono il loro tempo ad organizzare le strategie perdenti. E lo fanno impiegando un sacco di tempo (considerando che elezioni sono previste tra un anno). Sarebbero poi le stesse persone che hanno già dimostrato di non ipotizzare l’impiego del medesimo arco temporale (anzi la durata dell’impresa sarebbe più breve) dedicandosi a firmare la lettera di dimissioni da ogni incarico.

Il settimanale ha annunciato ai suoi lettori di essere «entrato in possesso del documento riservato messo a punto per il Cavaliere da un gruppo ristretto di consiglieri capeggiati da Dell’Utri e Verdini (oltre che dal suo nuovo guru Volpe Pasini). Risultato: via il Pdl e quasi tutti i suoi dirigenti, nasce una Lista Civica nazionale che dovrà allearsi con il sindaco di Firenze, destinato a Palazzo Chigi. Obiettivo: salvare Silvio dai giudici e (se possibile) farlo eleggere presidente della Repubblica». Illuminante, non c’è che dire.

Anche perché questo innovativo progetto prevederebbe anche la nascita di «molte organizzazioni di genere, ovvero dei sindacati capaci di occuparsi delle problematiche di singole categorie». Alcuni esempi? Forza Imprenditori, Forza Pensionati, Forza Lavoratori, Forza Donne e via dicendo. Mi si scusi la volgarità, ma mancherebbe soltanto il Forza, vaffanculo! ed il quadro sarebbe completo.

Chi scrive, in realtà, ha la presunzione di credere che il “sòla-scoop” altro non costituisca che un piuttosto goffo tentativo messo in piedi per colpire, invece, proprio Matteo Renzi. Chi ci possa essere dietro a questo disegno non è difficilmente ipotizzabile: una sorta di do ut des tra Bersani e il gruppo De Benedetti scaturito dalle nomine del Pd per il Cda della Rai per le quali, appunto in contropartita, ci potrebbe essere il “bombardamento” dello schieramento debenedettiano contro il più ostico nemico (alle primarie, ma non solo…) dell’attuale segretario del Pd.


di Gianluca Perricone