Galan si candida a guidare il Pdl

giovedì 14 giugno 2012


«Mi candido alle primarie per vincere contro Angelino Alfano». Ha fatto rumore l'intervista concessa ieri da Giancarlo Galan. L'ex ministro della Cultura ha ufficialmente aperto la corsa alle candidature in vista delle primarie d'area lanciate dal segretario alla fine della scorsa settimana. Proponendosi come l'alternativa liberale alla leadership di Alfano, e auspicando che gli ex An non partecipino alla competizione, ma facciano un loro partito con il quale il Pdl, nel caso, si alleerebbe in seguito.

Una mossa della quale, per stessa ammissione di Galan, i vertici di via dell'Umiltà non erano stati avvertiti. Che accelera il risiko di una complicata partita tutta interna al partito, che travalica il capitolo primarie. Anche perché la corsa non si è veramente ancora aperta. Daniela Santanché e Vittorio Sgarbi sono guardati dall'establishment (e dai sondaggi interni che già circolano con insistenza) come elementi folkloristici del dibattito. La stessa candidatura di Galan ha poche possibilità di decollare. Anche se l'ala liberale del Pdl attraversa una fase interlocutoria. «È troppo presto per decidere» sostiene quella parte del partito, «ma potrebbe essere una buona opzione». Nel frattempo sabato l'ex governatore del Veneto dovrebbe essere presente alla manifestazione del Tea Party nella "sua" Venezia. Insieme ad Antonio Martino e a Giuseppe Moles, che della pattuglia liberale sono i più attivi animatori rispettivamente al Senato e alla Camera.

Intanto si infittiscono le voci che raccontano di diverbi tra Silvio Berlusconi e Alfano nelle determinare la linea del partito. E sarebbero proprio le primarie il principale terreno di scontro tra i due leader. Per Alfano rappresenterebbero una delle modalità più efficaci per ridare slancio al partito, coinvolgere un elettorato sempre più distante e disinteressato, e legittimare la propria candidatura a Palazzo Chigi. Considerazioni condivise dal Cavaliere. Ma che potrebbero intralciare la tempistica della nuova lista che starebbe preparando l'ex premier. Una lista del tutto nuova, priva di qualunque nome legato alla vecchia politica. Da presentarsi a ridosso della consegna delle liste delle prossime politiche, senza che nessuno, fatto salvo l'inquilino di Palazzo Grazioli, ci possa mettere la mano. Sarebbe questo il motivo per il quale Berlusconi continua a smentire qualsivoglia progetto alternativo al Pdl. Il suo dovrebbe essere un vero e proprio blitz, per mettere con le spalle al muro l'intera dirigenza del partito, e presentarsi alle urne con l'unico schema che, a parere dell'ex premier, potrebbe concedere al centrodestra qualche chance di vittoria.

Inoltre il Cavaliere ha paura che, se dovesse montare un'autorevole candidatura proveniente dalle fila degli ex An, Alfano potrebbe anche perdere ai gazebo. Con effetti devastanti ai fini della tenuta del partito. In un quadro in rapida evoluzione, Alfano ha preso tempo. Ieri in Aula ha dichiarato che il Pdl non ha intenzione di staccare la spina al governo:  «Approveremo i provvedimenti. Talvolta li condivideremo fino in fondo e li voteremo con maggiore entusiasmo e convinzione, talaltro, non li condiveremo appieno ma ci fideremo della regia di Monti».


di Pietro Salvatori