mercoledì 13 giugno 2012
Questa sarà la settimana decisiva per la Premiata lotteria Giarda-Bondi. Quella che ha come premio il taglio di 5 miliardi dalla spesa pubblica, dai 4,2 previsti inizialmente: la correzione è stata resa necessaria dal sisma in Emilia, che rende necessari risorse per la ricostruzione. Un rialzo, doloroso e involontario, che però si aggiunge alla mole di previsioni fatte in queste settimane dal ministro per i Rapporti con il Parlamento. Partiamo dal principio: il 10 aprile 2012 il ministro, in un'intervista a La Stampa, confermava un intervento sulla spesa per circa 5 miliardi. Poi il 27 maggio, con un'intervista a Radio Vaticana, arriva un annuncio di ben altra portata che alza il tiro dell'azione del governo: è di circa 100 miliardi la spesa aggredibile subito e di altri 300 nel medio-lungo periodo.
Cos'è successo in quel lasso di tempo, è ancora da capire.
C'è poi da definire lo stock di spesa che riuscirà ad aggredire il supercommissario Enrico Bondi, forte dei poteri ottenuti con il decreto legge approvato dal Senato lo scorso 7 giugno: nell'ambito che gli compete, quello dell'acquisto di beni e servizi sia degli enti centrali che degli enti locali, dovrà fare miracoli per racimolare una cifra che si aggira fra i 2,5 e i 3 miliardi. Il resto verrà dai sacrifici dei singoli ministri. Il tutto in sette mesi, come si legge dai calcoli dell'esecutivo disponibili sul sito di Palazzo Chigi: «Una riduzione di 4,2 miliardi da ottenersi in 7 mesi (1° giugno-31 dicembre 2012) equivale a 7,2 miliardi su base annua e corrisponde perciò al 9% della spesa rivedibile nel breve periodo (80 miliardi)». Dunque dai cento miliardi ipotizzati come aggredibili nel primo periodo, si è scesi a ottanta. Altra lotteria, altro mistero.
Aldildà dell'entità del provvedimento che il governo Monti partorirà, la timidezza dell'esecutivo sul nodo del taglio alla spesa è palese: anche se si riuscirà a ottenere 5 miliardi, superando le resistenze dei singoli dicasteri, si tratta di una cifra risibile a confronto alla spesa pubblica complessiva e con il suo andamento negli ultimi dieci anni. Quattro miliardi su 800 rappresentano appena lo 0,5% del totale. Dal 2000 ad oggi, dopo otto anni di governo Berlusconi e tre anni di centrosinistra, la spesa pubblica complessiva è aumentata da 542 miliardi a 800 miliardi di euro. Un incremento medio di 23 miliardi l'anno. Anche scontando l'inflazione e gli oneri sul debito, per tornare ai livelli di spesa pubblica del 2000 si dovrà ridurre la spesa pubblica di 124 miliardi. Coraggio abbatta quel mostro, ministro Giarda.
di Beniamino Costante