La spending review colpirà le famiglie?

mercoledì 13 giugno 2012


La "spending review familiare" è ormai prossima al varo. Secondo indiscrezioni, è molto più concretamente all'orizzonte di quella pubblica. Infatti la revisione della spesa pubblica (spending review vera e propria) incontrerebbe enormi resistenze da parte di tutta la politica, a destra come a sinistra ed al centro.

Per scongiurare il baratro Monti dice che occorre stringere la cinghia. Ancora una volta il taglio delle spese viene chiesto al cittadino, e per salvare sia l'economia europea che quella italiana. Secondo queste indiscrezioni, il piano prevederebbe la possibilità di limitare sia l'entità dei prelievi presso i bancomat che i prelevamenti in contante presso le casse ordinarie, nonché l'applicazione di controlli alle frontiere e l'introduzione di controlli su chi accantona capitali in contante e nelle abitazioni private della "zona euro".

A dare manforte a Monti per una simile linea di "polizia valutaria" ci sarebbe il portavoce della Commissione europea, che ha affermato che «l'articolo 65 del trattato di Schengen prevede la possibilità per gli stati membri di ristabilire alcune forme di restrizione alla libera circolazione dei capitali per motivi di ordine pubblico, per questioni di sicurezza e di natura economica». Indiscrezioni parlano d'un limite massimo di 100 euro giornalieri con l'introduzione di sanzioni per chi fermato con scorte di contante superiori ai 1000 euro. In parole povere si commetterebbe un reato valutario accantonando in casa somme di danaro, anche lecitamente guadagnate. Le uniche istituzioni deputate all'accantonamento del risparmio sarebbero le banche, e chiunque lo faccia per proprio conto opererebbe in danno della stabilità economico-finanziaria dell'Italia e dell'Ue.

Di quest'argomento hanno discusso i funzionari dell'Unione europea, e cioè della possibilità di limitare per legge l'entità dei prelievi agli sportelli automatici delle banche, nonché di spingere gli stati membri a varare leggi che impediscano di fatto la creazione di risparmi privati eludendo l'accantonamento presso istituti di credito. Per scongiurare la libera circolazione di capitali non censiti superiori ai 1000 euro, verrebbero applicati controlli alle frontiere, ed in nome «delle leggi che introducono controlli sui capitali nella zona dell'euro». Ovviamente i controlli si farebbero più pressanti e certi nel caso dell'uscita della Grecia dalla moneta unica: secondo i commissari Ue la popolazione greca avrebbe tesaurizzato privatamente enormi quantità di moneta contante. Al punto che, secondo gli esperti, la divisa europea starebbe nelle case dei greci ma non nelle banche greche.

Al momento nessuna decisione è stata ancora presa ma, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, Monti vorrebbe far svolgere all'Italia il ruolo di capofila in una serie di "piani d'emergenza" per far fronte allo scenario d'una crisi ancor più devastante. Il governo italiano preparerebbe così la popolazione all'eventualità che Atene abbandoni l'euro: è noto che verrebbero spalmati sui paesi della zona mediterranea Ue ben 11mila euro procapite di debito greco. Per preparare gli italiani a questo cataclisma finanziario, il governo starebbe accelerando sulla "spending review familiare": tagliando drasticamente le disponibilità di ciascun cittadino s'inciderebbe sulla spesa corrente. Qualche consulente avrebbe suggerito a Monti che l'effetto dei tagli su 60milioni di famiglie sarebbe più salutare d'una spending review ai piani alti dei palazzi pubblici. Così auto blu e costi della politica non verrebbero toccati, mentre l'uomo di strada non comprerebbe più acqua minerale e bibite ma s'accontenterebbe dell'acqua del rubinetto, e poi acquisterebbe meno pasta, pane, carne e biscotti. Un piano che Monti aveva già palesato, e quando insediandosi disse che l'Italia doveva tornare ad una spesa familiare da fine anni '70.

Anche il ministro delle Finanze austriaco ha accennato ieri alla possibilità che l'Italia ricorra a un piano di salvataggio europeo. In una intervista alla televisione austriaca il ministro Maria Fekter ha detto che «può essere che l'Italia possa anche chiedere un aiuto, visti i tassi elevati che già paga per rifinanziarsi sul mercato». E l'unico modo che avrebbe l'Italia per rifinanziarsi sarebbe bloccare i risparmi di 60milioni di cittadini, e mettendo il livello di spesa familiare per circa un anno alla stregua della qualità della vita che correva nei paesi dell'ex blocco sovietico. L'imperativo della "spending review familiare" sarebbe tagli ai costi del tempo libero, drastica riduzione della spesa in abbigliamento e cibi, tagli a cure sanitarie, cambio degli elettrodomestici solo in caso di rotture irreparabili, azzerare l'uso dei mezzi privati nell'orario di lavoro, drastico taglio a cinema, ristoranti e vacanze. In questo quadro gli italiani dovrebbero ricorrere ben dieci volte di meno alla richiesta di prestiti personali, o certamente intaccherebbero molto i propri risparmi.

Così il governo italiano starebbe per varare delle pubblicità che inviterebbero i cittadini a non spendere soldi, ad andare a piedi per risparmiare sulla benzina, a spendere meno in cibo perché si diventa più snelli e belli, a competere a chi indossa il vestito più vecchio, casomai aggiustandosi quello della mamma o del nonno. Ed ancora a vedersi film in casa con amici, ad andare al mare con la corriera e colazione al sacco, i più audaci porterebbero la loro bella sulla canna d'una bici. Un'Italia per tanti mai conosciuta, che ci ricorda quando da ragazzi ci veniva detto di non giocare a pallone, e perché si consumavano le scarpe. Quanto è difficile farci tornare a quei tempi. E per il bene dell'Italia e dell'Ue, e perché furbescamente qualcuno non tesaurizzi in casa, sarebbero già pronti a scattare i "cash-dog" della Guardia di finanza: ovvero un corpo cinofilo specializzato nel dare la caccia a chi nasconde danaro liquido. I cani, grazie al loro fiuto, scoprirebbero i soldi nascosti dentro i materassi o sotto i mattoni.

L'unità è entrata in servizio la scorsa estate: riescono ad identificare i denari grazie all'odore dell'inchiostro delle banconote. Più sono i soldi e maggiore è il profumo che li attira. Così Monti ci ha spiegato come superare la crisi, rassegnandosi a sopravvivere senza soldi.

di Ruggiero Capone