martedì 12 giugno 2012
Con l'arrivo dell'Imu, a pagare il prezzo più alto saranno soprattutto le famiglie.
La nuova Imposta municipale unica introdotta dal governo Monti peserà infatti soltanto il 38% sulle imprese, alle quali peraltro toccheranno rincari tra il 30% e addirittura l'82% rispetto alla vecchia Ici. Ma il peso più grande sarà sostenuto proprio dalle famiglie italiane, con il 62% del totale. Tra queste, la pressione fiscale più consistente colpirà i proprietari di seconde case, costretti a sborsare quasi la metà del gettito atteso dallo stato: ben il 44,8% del totale.
A fare i conti in tasca, pardon, nelle cartelle esattoriali dei contribuenti italiani ci pensa ancora una volta la Cgia di Mestre, attraverso un calcolo che ha tenuto fuori dal computo il gettito proveniente dai terreni, dagli immobili nelle province di Trento/Bolzano e da tutte le tipologie di immobili con vocazione potenzialmente no profit.
Per questa ragione, rispetto ai 21,4 miliardi di euro di gettito attesi dal fisco italiano, la simulazione della Cgia è avvenuta su un ipotetico gettito complessivo pari a 18,4 miliardi di euro.
Di questo, spiega l'Ufficio studi dell'associazione che riunisce artigiani e Pmi mestrini, 3,1 miliardi di euro saranno in capo ai proprietari di prima casa (pari al 17,2% del totale). 8,2 miliardi peseranno invece sui proprietari di seconde e terze case (quasi il 45% del totale), mentre gli imprenditori dovranno pagare poco più (si fa per dire) di 7 miliardi di euro (38%).
Non si tratta in ogni caso di cifre che facciano ben sperare il mondo della piccola impresa, chiamata a fare i conti con rincari stratosferici anche in quei comuni che hanno deciso di adottare la "linea morbida" nell'applicazione delle aliquote, così come già riportato sabato scorso da l'Opinione.
Ma da Mestre arriva anche una "classifica dei mazziati" interna alla categoria dei piccoli imprenditori. Secondo i calcoli della Cgia, infatti, saranno gli albergatori coloro i quali dovranno pagare il conto più salato delle cartelle Imu: mediamente, ciascuno di loro sarà infatti tenuto sborsare 8.405 euro. Non andrà molto meglio alla grande distribuzione, cui toccheràun importo medio annuo pari a 5.930 euro.
«Anche gli industriali - fa sapere il presidente della Cgia, Giuseppe Bortolussi - subiranno un prelievo annuo di tutto rispetto: mediamente su ogni capannone graverà una imposta pari a 4.725 euro. Per gli artigiani del settore produttivo ed i piccoli industriali il versamento medio sarà di 2.756 euro. Per i liberi professionisti, invece, l'esborso medio sarà di 1.468 euro, mentre per ogni piccolo esercente l'imposta si attesterà su un valore medio di 729 euro». I meno tassati? Saranno i piccolissimi artigiani. Per loro il prelievo medio ammonterà a "soli" 574 euro.
di Luca Pautasso