venerdì 1 giugno 2012
Leoluca Orlando ancora non si è dimesso da parlamentare, pur essendo stato eletto sindaco di Palermo. Un doppio incarico che fa scalpore, soprattutto in casa Idv, il partito che si è sempre battuto per la pulizia della politica, contro il malcostume dei doppi incarichi e della "casta spendacciona".
È Giuseppe Vatinno che riporta alla luce la vicenda, chiedendo a gran voce che il neo primo cittadino, velocizzi le sue dimissioni dal Parlamento, così che proprio lui, Vatinno, possa subentrare di diritto al suo posto. «Apprendo che Leoluca Orlando si è indignato perché la Camera ha iniziato la procedura per sfrattarlo e questo desta veramente sorpresa perché tale procedura viene avviata quando il parlamentare eletto sindaco non se ne va di sua volontà. È quindi un atto dovuto per fare rispettare la legge e cioè una sentenza della Corte costituzionale. Le dimissioni che avrebbe inviato non sono valide perché le domanda al giuramento da Sindaco che potrebbe rinviare alle calende greche. Anche io sono indignato visto che devo succedergli in Parlamento e non sloggia. Questo dal punto di vista puramente legislativo. Per quanto poi riguarda l'aspetto politico - ha dichiarato Vatinno - della vicenda la sorpresa è doppia in quanto in campagna elettorale Orlando aveva dichiarato che si sarebbe dimesso immediatamente dopo essere divenuto sindaco, cosa che evidentemente non ha fatto essendo dovuta intervenire la Camera a ricordarglielo. Orlando dovrebbe dare il buon esempio come cittadino di una città importante come Palermo e soprattutto, come gli è stato chiesto in questi giorni dalla sorella del giudice Falcone e dal magistrato Ayala, dovrebbe avere almeno il buon gusto di dire due parole sulle sue note insinuazioni riguardo la vicenda del giudice Falcone che fu da lui pubblicamente attaccato e poi saltò in aria qualche tempo dopo. Naturalmente - ha concluso il "quasi parlamentare" - non si può intravedere una diretta relazione di causa effetto tra le due cose, ma è del tutto evidente che ci fu un oggettivo indebolimento politico».
Ma si sa che l'occasione fa il politico furbo. e quindi di cosa scandalizzarsi, quando un parlamentare di così lunga data come Orlando, decide, contrariamente alla main stream del suo partito, di rivestire, senza colpo ferire, il doppio incarico? È vero che le lotte sono altre. Ma è altretanto vero che le guerre si vincono anche portando a casa le piccole battaglia. In politica anche quelle etiche, morali e di coerenza.
di Francesco Di Majo